Questa mattina è avvenuto l’arresto di Ercole Incalza, super dirigente ai lavori pubblici, confermato dagli ultimi 7 governi che si sono succeduti. Un nome e una garanzia per la politica delle grandi opere che ha confermato uno dei suoi uomini di punta indistintamente da chi sedeva sul banco del governo.
Una garanzia già, infatti Ercole Incalza è stato inserito nel 2013 dal Ministro Lupi e il Ministro Alfano nella task force (un nome un programma) sulla Torino Lione, con Regione Piemonte, la Provincia di Torino, il Comune di Torino e il commissario governativo Mario Virano. Il compito designato a questo gruppo era quello di organizzare le “compensazioni” e le comunicazioni con il territorio…e sappiamo come è andata finire.
Già alla nomina Incalza poteva vantare un buon curriculum: 14 procedimenti e altrettante assoluzioni per reati contro la pubblica amministrazione, un buon soggetto insomma, gradito a tutto il sistema tav. Oggi cade sotto i colpi di un’inchiesta della procura di Firenze per vari reati legati alle grandi opere, il Tav e l’Expo. I magistrati in conferenza stampa hanno definito la cricca un “articolato sistema corruttivo che coinvolgeva dirigenti pubblici, società aggiudicatarie degli appalti ed imprese esecutrici dei lavori”.
Oltre a Incalza tra gli arrestati dai Ros c’è anche l’imprenditore Stefano Perotti che nel tempo “ha procurato degli incarichi di lavoro a Luca Lupi”, figlio del ministro Maurizio Lupi. A scriverlo è il gip di Firenze nell’ordinanza di custodia cautelare.
Niente di nuovo, ma evidentemente qualcosa è cambiato nella gestione del sistema tav, e quindi qualche affiliato va gettato nella mischia.
Sistema è il termine giusto perchè è di sistema che si tratta, quel sistema che fa incriminare i notav mentre meriteremmo una medaglia, uno per uno, al cospetto dello schifo (legalizzato o meno) che rappresenta la cricca di potere che si affanna a difendere opere inutili e dannose, utili solo ad arricchire familiari e amici indebitando l’intero Paese.