Arpa Piemonte ha pubblicato la valutazione dei risultati del monitoraggio ambientale 2016 del cantiere Tav di Chiomonte riguardante la fauna terrestre e acquatica. Scrivono i tecnici che i risultati del monitoraggio della fauna terrestre, e in particolare dell’ornitofauna, ha mostrato risultati “inferiori alla situazione di ante operam”. Qusto, secondo Arpa, “può essere interpretato come perdita di biodiversità complessiva per l’area limitrofa al cantiere a causa del disturbo arrecato dalle attività”. Quando si parla di ante operam per quel cantiere, bisognerebbe sempre specificare che la definizione è scorretta, in quanto i monitoraggi a cui si fa riferimento furono svolti nel 2012, quando il cantiere era in piena attività.
Scrivono ancora i tecnici di Arpa: “tra la fase di AO [ante operam] e le successive fasi di CO [corso d’opera] la ricchezza specifica è diminuita in modo sensibile, passando da 41 specie del AO-2012 a 24, 23, 27 e 26 dei 4 successivi anni di monitoraggio […] è plausibile che quest’area, per la stretta vicinanza al cantiere, sia stata soggetta ad un effetto di disturbo che potrebbe aver contribuito, almeno in parte, alla diminuzione nel numero di specie riscontrate”.
Questo quanto rilevano i tecnici di Arpa, dall’altra parte Telt ha proposto di allargare ulteriormente il cantiere tra Chiomonte e Giaglione, portandolo a occupare 120.000 metri quadrati di territorio. Prevedono una cantierizzazione che durerà ben oltre un decennio. Stimano di estrarre dalla montagna poco meno di 6 milioni di tonnellate di materiale, quantità dieci volte superiore a quanto scavato finora. Ipotizzano che centinaia di camion al giorno, carichi di smarino, salgano dal cantiere all’autostrada, invertano la marcia a Susa, ritransitino sopra l’area di cantiere per andare a Salbertrand, e poi facciano lo stesso giro per tornare a prendere un altro carico.
I proponenti da tempo cercano di fare del cantiere di Chiomonte un luogo patinato, tra brochure e vernissage, purtroppo un cantiere non è un pranzo di gala, porta con se inevitabili conseguenze. E le conseguenze di quanto fatto finora sono meno di un antipasto di quanto si verrebbe a creare con i nuovi cantieri. Ma siamo ancora in tempo a fermarli…