Appello per uno spezzone nazionale giovanile e studentesco all’interno della manifestazione dell’8 dicembre
Sono passati 10 anni da quell’8 dicembre 2005 in cui, a Venaus, in tanti e tante hanno deciso, collettivamente e in modo determinato, di riprendersi quello che era loro di diritto. Molti di noi giovani quel giorno erano presenti, molti altri si stavano soltanto affacciando alla lotta No Tav. Resta il fatto che, per tutte e tutti noi, quelle giornate del 2005, rappresentano un esempio di lotta popolare fisso nella mente.
Da quel dicembre sono passati diversi anni.
Anni segnati da una crescita esponenziale della partecipazione (valsusina e non) alla battaglia del Movimento No Tav e da altrettanti momenti importanti e significativi in cui anche noi giovani abbiamo dato il nostro contributo in modo attivo: il periodo dei sondaggi e delle trivelle, l’epoca della Libera Repubblica della Maddalena con la resistenza al suo sgombero e il successivo tentativo di riprendere quel luogo tanto importante e la seguente lotta contro il cantiere del tunnel geognostico di Chiomonte, sono alcuni esempi tra i tanti.
Ma quello del Movimento No Tav non vuole essere solamente un sterile contrasto contro un treno o una linea ferroviaria ad alta velocità. È la lotta contro un modello di sviluppo considerato errato perché fonda le sue basi sul capitalismo e, di conseguenza, tra le altre implicazioni che esso porta, su un modo di gestione scorretto delle risorse economiche.
Attraverso molteplici manovre e misure i diversi governi che si sono succeduti alla “guida” dell’Italia, hanno portato il paese sull’orlo del baratro. La crisi, nonostante le belle parole di speranza che ci propinano ogni giorno politici e media, è, oggi più che mai, visibile e tangibile. Assistiamo quotidianamente a un impoverimento generale della popolazione italiana mentre sempre più denaro viene intascato dai soliti noti che non si tirano indietro nel riversarlo in qualcosa di inutile a scapito di quelli che dovrebbero essere diritti imprescindibili per ognuno di noi: diritto a una VERA buona scuola, diritto ad avere una casa, diritto alla salute e diritto alla salvaguardia dell’ambiente.
Quello contro cui si batte il Movimento No Tav, insieme a tante altre realtà presenti in ogni punto dell’Italia, è appunto questo modello di sviluppo (basato sullo spreco ingiustificato di denaro pubblico) che ci vogliono fare credere giusto e legittimo.
Ma per noi giovani non è così. Non è giusto sottrarre soldi a scapito di bisogni e diritti ben più importanti come, nel nostro caso, scuola e università e destinarli a piccole e grandi opere infrastrutturali troppo costose, inutili e per lo più dannose per la salute e l’ambiente.
Ogni euro speso per il Tav è un euro rubato alla scuola pubblica, alle università, alla ricerca, alla salute, alla difesa dell’ambiente e al diritto all’abitare.
Proprio per tutto questo, noi giovani No Tav continueremo a lottare finchè ce ne sarà bisogno. Non vogliamo e possiamo accettare che il nostro futuro sia deciso da altri sulle nostre teste. I rischi, siamo consapevoli, sono tanti, ma, crediamo non sia questo il momento di girarsi dall’altra parte e di far finta di niente davanti a una situazione così critica per la Valsusa e l’Italia tutta.
Pertanto invitiamo e chiediamo a tutte e tutti voi di partecipare allo spezzone giovanile e studentesco all’interno del corteo che si terrà a Susa il prossimo 8 dicembre alle ore 10 sulla statale n. 24 con partenza dal piazzale del cimitero.
Giovani No Tav