Alle compagne e compagni del movimento di Valle,
Siamo operai della acciaieria Beltrame, lavoratori e militanti notav che partecipano a tutte le sacrosante battaglie dove ai bisogni e diritti sociali si contrappone l’interesse del profitto, dove alla ragione si risponde con la violenza del potere, e quando salute, ambiente e futuro vengono sottomessi alla bramosia del partito trasversale degli affari.
Una battaglia che abbiamo imparato a combattere in prima persona, senza delegare altri a farlo, in fabbrica e nel territorio.
Oggi ci troviamo due volte colpiti, sul territorio da una militarizzazione forzata per imporre un’opera devastante, e in fabbrica dalla concreta possibilità di chiusura di uno stabilimento che la controparte, dopo anni e anni di cumulo del profitto grazie al nostro lavoro, giudica non abbastanza remunerativo per le sue pretese speculative.
Sappiamo come questa acciaieria sia stata e sia ancora recepita da molti come un corpo estraneo alla Valle, spargitore di sostanze inquinanti e violentatore del territorio. In passato è stato sicuramente così, e se in questi ultimi anni Beltrame ha dovuto cacciar fuori i soldi per eliminare o almeno limitare le emissioni nocive è stato anche e soprattutto un risultato della mobilitazione popolare e della scelta del movimento Notav di manifestare e denunciare. Comunque oggi noi riteniamo che la situazione dello stabilimento in relazione all’ambiente che lo circonda sia migliorata, resa vicina alla sostenibilità. Sappiamo che molti non hanno cambiato idea, e non pretendiamo di volervi convincere a tutti i costi: perché non è questo il punto su cui vogliamo ragionare con voi.
E’ l’economia della valle già fortemente in crisi il punto che ci accomuna. Alle Acciaierie Beltrame ci sono complessivamente circa 500 lavoratrici e lavoratori, e più di 1.000 sono quelli all’Azimut di Avigliana, anch’essa sotto la scure della cassa integrazione e della prospettiva di licenziamenti. La Val Susa verrà a poco a poco desertificata e non solo il lavoro ma tutta l’economia del territorio ne sarà colpita.
Occorre che superiamo insieme la contrapposizione lavoro-territorio, nata proprio dal nemico comune, la scalata al profitto, a costo della salute di lavoratori e cittadini all’unisono. Per questo, noi lavoratori e militanti che da più di sei settimane ci stiamo opponendo con sciopero e blocco della Beltrame giorno e notte, eppur sempre pronti a marciare contro la Tav, rivolgiamo questo appello al movimento di Valle.
Chiediamo al movimento e a tutte e tutti coloro che vivono del proprio lavoro e non di profitto sulla pelle degli altri di mettersi insieme a ragionare, confrontarci e combattere insieme. Perché crediamo che non esista alcun santo in paradiso o in tutte le cosiddette istituzioni e non abbiamo alcuna fiducia in nessun altro che in noi stessi ed in quelli come noi. Perché abbiamo imparato da esperienze antiche e recenti che nessuna battaglia può sperare di essere vinta, o almeno combattuta con irreducibile resistenza, se non si è capaci di affrontarla cercando di camminare assieme con tutti coloro che condividono le lotte.
Per questo vi chiediamo di fare un primo passo condividendo un’assemblea pubblica in Valle in cui far incontrare il nostro bisogno inscindibile di lavoro e di salario con tutte le altre sensibilità e bisogni che la comunità valsusina ha così bene dimostrato di portare avanti, nel rifiuto della rassegnazione e della solitudine sociale.
Manuel Ala
Claudio Calliano
Delfino Corona
Michele Di Filippo
Mauro Di Popolo
G.B. Gaspare
Andrea Mario Goitre
Enore Guglielminotti
Roberto Guglielminotti
Stefano Mameli
Vittorio Mazzola
Raoul Pacchioni
Diego Richetto
Daniele Mascarino
Michele Raffa
Maicol Richetto
Ovidio Sansone
Vincenzo Vitale