Abbiamo appreso negli ultimi giorni che per quanto riguarda il cantiere di San Didero non vi sarebbe più la volontà di indire una seconda gara d’appalto, ma SITAF starebbe procedendo con l’affidamento in house dei lavori. Cioè l’autoporto di San Didero verrebbe costruito direttamente dalla concessionaria autostradale che, non bisogna dimenticarlo, grazie all’inettitudine della giunta Appendino, è stata consegnata al gruppo Gavio.
Ad annunciare questa novità è stata Telt sul proprio sito ufficiale in un comunicato che ha tanto il sapore di un tentativo di mettere le mani avanti. Secondo quanto scritto dai promotori dell’opera il bando di gara sarebbe stato annullato per l’aumento dei costi dei materiali, ma non si capisce cosa cambierebbe dunque con l’affidamento in house di SITAF. Tanto più che solo un mese fa era emersa la possibilità che l’azienda del gruppo Gavio liquidasse Tecnositaf, controllata al 100% da essa, lasciando a casa 160 dipendenti.
Ancora una volta a riempirsi le tasche con questo progetto così “ecologico” sono le concessionarie autostradali che hanno tutto l’interesse a tenere i tir sulle strade.
C’è qualcosa che non quadra in tutta questa vicenda.
Certo che fa sorridere che in questo paese si debba fare un appalto per qualunque cosa, persino per le forniture del materiale scolastico, mentre per una grande opera di questa portata si passa senza colpo ferire all’affidamento diretto.
Quasi in contemporanea con questo annuncio ne è stato fatto un altro secondo cui la commissione intergovernativa tra Italia e Francia sarebbe giunta alla conclusione di un accordo per il trasporto dei materiali di riutilizzo da un lato all’altro della frontiera.
Secondo l’annuncio i materiali riutilizzati passerebbero dal 50 al 60 % con questa mossa. Ciò che non è dato sapere al momento è dove verranno trattati questi materiali. Per chi non ricordasse la vicenda uno dei luoghi deputati a questa operazione sarebbe dovuto essere nella piana di Salbertrand dove dovrebbe sorgere la fabbrica dei conci, dove cioè il materiale di riutilizzo dovrebbe essere trasformato nei prefabbricati di cemento semicircolari atti a ricoprire le pareti dei tunnel. Peccato che il progetto della fabbrica dei conci è fermo da anni ormai dato che sull’area sussiste uno sversamento di amianto che è in fase di bonifica.
Dunque che questa sia l’ennesima mossa di Telt per provare ad aggirare i limiti tecnici che presenta questa opera assurda e le incapacità mostrate più volte in questi anni trafficando da un lato all’altro della frontiera materiali di risulta e semilavorati? Avremo i valichi intasati di camion perchè i Virano ed i Foietta non sono nemmeno in grado di svolgere il proprio lavoro devastante? Sarebbe un interessante tema di dibattito, specialmente per i comuni dell’alta valle.
Ci sarebbe del tragicomico in questa disperata arrampicata sugli specchi di Telt per tenere in piedi una delle opere più idiote mai pensate, ma non c’è da illudersi continueranno contro ogni buonsenso ad imporre con le loro scelte devastazione e violenza al territorio.
Fermarlo tocca a noi, come sempre.