di Fabrizio Salmoni per Valsusa Notizie – L’ultima polemica è stata innescata da un provocatorio articolo su La Stampa del 12 Novembre ispirato da due associati legati al Partito Democratico, Lorenzo Simonetti, presidente della sezione Anpi Martinetto, e il novantenne ex partigiano Palmiro Gonzato, che hanno voluto attaccare impropriamente quella componente che più si sente coinvolta dalle istanze delle lotte sociali, in particolare nel torinese dalla resistenza al Tav. I due hanno parlato di “derive No Tav” e di simpatie antagoniste di alcune sezioni territoriali.
All’operazione si è subito prestata la redazione cronaca del quotidiano dove è noto che si annida da anni una presenza neofascista denunciata nel 2013 proprio da quelle sezioni messe sotto accusa. Che convergenze!
A fronte della veemenza dell’iniziativa estemporanea dei due, il presidente provinciale Ezio Montalenti è stato costretto a smentirli a stretto giro di proteste con un comunicato che, pur non negando i termini dello scontro politico in atto, “condanna l’operato di quanti hanno rilasciato liberamenmte informazioni tendenziose” dando cosi il ben servito ai due fringuelli e cercando lo stop temporaneo delle esternazioni pubbliche.
In un primo tempo, la tempistica e la durezza nei termini della polemica sembravano suggerire che non fosse estranea la rottura politica tra Pd e Sel nella prospettiva delle prossime amministrative. E’ stata infatti la vicenda dell’occupazione e del recente sgombero della caserma di via Asti, che dava rifugio a diverse famiglie di occupanti gestite dall’Associazione Terra del Fuoco vicina al consigliere comunale Sel Michele Curto, a dar fuoco alle polveri, con il coinvolgimento della vicepresidente Anpi Chiara Acciarini che a sua volta ribatteva:”La militarizzazione della valle (di Susa, ndr) è un problema di democrazia e per questo ci riguarda“.
Ma la vera questione è decisamente più lacerante e riguarda apertamente il ruolo dell’Anpi nell’attualità, l’interpretazione dei valori di riferimento e il rapporto con le lotte sociali. Rapporto che le sezioni messe sotto accusa interpretano secondo criteri attuali. Nel successivo comunicato della sezione di Bussoleno-Chianocco-Condove in cui milita l’icona partigiana Ugo Berga, garibaldino, si legge: “Che si parli di devastazione ambientale, diritto alla casa, diritto alla salute, diritto a una vera “buona scuola”, noi, come tanti altri, abbiamo deciso di non girarci dall’altra parte… E’ un dovere, se non un obbligo, per noi stare a fianco di chi ha deciso di ribellarsi a uno Stato che giorno dopo giorno sta conducendo i suoi cittadini sull’orlo del baratro.Inoltre, essendo valsusini, non possiamo tirarci indietro da sostenere e appoggiare il Movimento No Tav“. E si accusa poco velatamente il Pd di volersi impadronire dell’associazione per controllarla.
A ruota, la sezione Anpi di Chivasso rilancia l’accusa al Pd: ” Strumentalizzare l’ANPI in funzione elettorale o d’interesse partitico o personale è scorretto e ne prendiamo le distanze“.
“ L’Anpi non è un partito: se ne facciano tutti una ragione” ribadisce la sezione di Grugliasco e continua: “ Di temi scomodi o non graditi al partito, nell’ANPI non si può parlare, ponendo divieti e trasferendo sul piano regolamentare l’espressione del dissenso… ci si limita a vuote enunciazioni di principio, intrise di retorica, lontane dalla realtà quotidiana, fatta di precarietà, sfruttamento e disgregazione sociale, che le persone vivono sulla propria pelle… C’è chi vorrebbe fare dell’ANPI un “museo”, ovvero un’associazione statica che si limita a portare fiori alle lapidi e a fare belle le istituzioni il 25 aprile…. Insomma, un’ANPI priva di un’anima politica e di una coscienza propria, relegata a semplice macchina commemorativa” e a proposito del Tav ricorda un documento del direttivo provinciale approvato all’unanimità nel 2011 secondo cui “l’ANPI ritiene di dovere affermare che gli investimenti pubblici debbano essere realizzati con il reale coinvolgimento delle popolazioni e delle Istituzioni locali in un confronto dialettico che percorra ed esamini tutte le possibili opzioni, nel rispetto dell’art. 41 della Costituzione che ricorda come la libera iniziativa privata non possa svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo di recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.” e poi va al nocciolo:” Rivendichiamo con fermezza e determinazione la continuità tra i valori della Resistenza al nazifascismo…con le lotte attualmente in corso per la difesa e l’estensione dei diritti sui temi del lavoro, della scuola, della sanità, della cultura, dell’ambiente, della pratica della democrazia e della sovranità popolare; contestualmente rivendichiamo la mobilitazione permanente dell’ANPI in queste lotte con il nostro ruolo e la nostra specificità. L’ANPI deve diventare sempre di più un’associazione presente nelle lotte sociali per i diritti di oggi, per il concreto raggiungimento di una società in cui siano attuati, non solo enunciati, i diritti sanciti dalla Costituzione. Non accetteremo censure o divieti solo perché qualche dirigente, legato al partito, considera la nostra azione fastidiosa e vuole costringerci al silenzio, su mandato del partito”. Più chiaro di cosi…
Sulla funzione che l’Anpi deve svolgere nella società interviene la sezione Giaveno-Valsangone, inizialmente estranea alla polemica sostenendo che “l’Anpi non può limitarsi solo alla custodia della memoria resistenziale, ma anche ad attiva azione di contrasto ad ogni moderno fascismo, si presenti come attacco alla nostra Costituzione…, si presenti come precarizzazione e perdita dei diritti dei lavoratori, si presenti come intolleranza xenofoba e naturalmente si presenti come imposizione di qualsivoglia opera inutile ad una popolazione che difende il proprio territorio.”
Insomma, la sortita dei due Pdem appoggiata da La Stampa porta alla luce quella che da anni è ormai la questione principale: c’è una nuova base giovane che sta prendendo spazi nell’Anpi e che rivendica una continuità di valori tra la Resistenza storica e le lotte sociali di oggi e c’è un apparato dell’associazione che per appartenenze viscerali e abitudini consolidate si sente ancora rappresentato da un partito che si spaccia per erede della loro tradizione ma che in realtà non lo è più. E’ un partito che poco ha ancora a che fare con la storia della Resistenza, che governa con un partito di destra, che alimenta il proprio sistema di potere con la corruzione e con i soldi delle grandi opere, che vuole mantenere il controllo politico anche sull’Anpi facendo leva sulla memoria resistenziale di quei pochi che rimangono e sulla loro fideistica fedeltà al passato. Un controllo che – dietro le quinte si dice – passa anche con minacce e aggressioni fisiche mal trattenute, con l’infiltrazione di personale di partito nei direttivi locali, con atti di diffamazione politica come quello di questi giorni. Ma i tempi cambiano – anche se lentamente – e la resa dei conti è probabilmente solo rinviata. In questo senso, la polemica attuale è rivelatrice e istruttiva. (F.S. 17.11.2015)
I Comunicati
Comunicato della presidenza provinciale
La Resistenza è una cosa seria Anche l’antifascismo lo deve essere
In riferimento all’articolo uscito su La Stampa giovedì 12 novembre, si ricorda alle compagne e ai compagni che il confronto sul ruolo dell’ANPI e sulla sua identità è scontato in una associazione viva e attiva; nello stesso tempo va tenuto presente che ci sono gli spazi democratici nelle istanze della stessa associazione per tale confronto come per altro avviene. Il congresso già convocato avrà al centro la definizione di attività e obiettivi su cui e per cui impegnarsi. In questo momento è dovere di tutti operare per la riuscita delle manifestazioni che culminano sabato 14 con il Convegno sulle donne nella Resistenza, che chiude un triennio di intensa presenza dell’ANPI nell’approfondire la Lotta di Liberazione, come memoria attiva e critica con cui orientarsi nel presente. Pertanto il presidente provinciale Ezio Montalenti, condanna l’operato di quanti hanno rilasciato liberamenmte informazioni tendenziose, senza porsi il giudizio dell’immagine dell’opinione pubblica che può farsi della nostra associazione.
Sezione Anpi di Bussoleno, Chianocco e Foresto
Apprendiamo con rabbia e sgomento che su “La Stampa”, quotidiano tristemente noto per le numerose bugie che propina ai suoi lettori, oggi, è stato pubblicato un articolo in cui vengono apertamente attaccate alcune sezioni dell’Anpi valsusine e torinesi da tempo impegnate a portare all’interno dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia le istanze del movimento che da anni in Valsusa si oppone al treno ad alta velocità Torino- Lione.
La presidenza provinciale dell’Anpi sembra essere molto preoccupata per le spaccature che negli ultimi tempi stanno nascendo all’interno dell’associazione perché, la scelta di “un gruppetto di persone che non rispecchiano più i valori per cui abbiamo lottato e che hanno manifestato apertamente la propria vicinanza al Movimento No Tav e ai centri sociali” getta nell’imbarazzo la più parte dei membri del provinciale. Questo imbarazzo “si rivolge verso quelle sezioni come Grugliasco e Bussoleno, ma anche le torinesi Borgo Vittoria, Lingotto e Nizza Millefonti, guidate dai più giovani, che non nascondono il loro appoggio alle frange antagoniste. Oppure condividono l’occupazione dell’ex caserma di via Asti”.
Come sezione Anpi di Bussoleno – Foresto – Chianocco non possiamo esimerci da dare una risposta e un segno forte e chiaro a queste dichiarazioni. Da anni ormai, insieme a tanti iscritti, ci battiamo contro la nascita e il propagarsi di gruppuscoli neofascisti e ci schieriamo con chi, quotidianamente, porta avanti lotte sacrosante e giuste.
Che si parli di devastazione ambientale, diritto alla casa, diritto alla salute, diritto a una vera “buona scuola”, noi, come tanti altri, abbiamo deciso di non girarci dall’altra parte. Questo è quello che, più di settant’anni fa, hanno fatto i nostri nonni e i nostri padri. Loro non hanno voltato le spalle. Sono saliti sulle montagne e hanno deciso di resistere e di opporsi al regime nazifascista in nome di ideali quali libertà, uguaglianza e voglia di un mondo migliore.
E’ proprio questo che deve fare l’Anpi al giorno d’oggi. E’ un dovere, se non un obbligo, per noi stare a fianco di chi ha deciso di ribellarsi a uno Stato che giorno dopo giorno sta conducendo i suoi cittadini sull’orlo del baratro.
Inoltre, essendo valsusini, non possiamo tirarci indietro da sostenere e appoggiare il Movimento No Tav, dunque di partecipare in modo attivo a tutto ciò che gira intorno a questa lotta ormai ventennale.
Non accettiamo, infine, che l’Anpi possa diventare una cosa diversa da quella che deve essere. Guardiamo con preoccupazione la situazione di questa associazione in cui ormai la parola “apartitico” sembra essere stata dimenticata e in cui la volontà di alcuni membri sembra essere più che chiara. L’Anpi deve essere apartitica e dunque estranea a “giochetti” legati a egemonie di partito al suo interno.
Concludiamo dicendo che mai volteremo le spalle. Mai ci gireremo dall’altra parte. Mai dimenticheremo ciò per cui sono morti i nostri partigiani. Mai ci piegheremo a decisioni prese sulle nostre teste da chi non ne ha diritto.
Oggi più che mai sono attuali la parole scritte da Antonio Gramsci nel 1917 :
“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. […] Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.
Sez Anpi Bussoleno- Foresto – Chianocco
12 Novembre 2015
L’ANPI non va strumentalizzata
In riferimento all’articolo apparso oggi (12/11/2015) a pag, 43 del quotidiano La Stampa, la sezione Anpi “Boris Bradac” di Chivasso ritiene doveroso fare alcune precisazioni:
1. Sulle grandi opere, il documento congressuale dell’Anpi del 2011 afferma che: “Pur non entrando nel merito degli aspetti specifici relativi alla progettualità delle opere, l’ANPI ritiene di dovere affermare che gli investimenti pubblici debbano essere realizzati con il reale coinvolgimento delle popolazioni e delle Istituzioni locali in un confronto dialettico che percorra ed esamini tutte le possibili opzioni, nel rispetto dell’art. 41 della Costituzione che ricorda come la libera iniziativa privata non possa svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo di recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.”
2. L’ANPI si è aperta alle generazioni successive a quella della Resistenza e sta vivendo, anche se con qualche difficoltà, un cambiamento generazionale e organizzativo ad ogni livello.
3. Eventuali dibattiti e discordie andrebbero approfondite e discusse all’interno dell’Associazione, è scorretto portarle fuori, (fa parte delle “regole non scritte”).
4. I presidenti di sezione citati nell’articolo hanno espresso pareri personali e non rappresentano quanto espresso dal Provinciale.
5. Tutte le Sezioni sono autorevoli, non esistono Sezioni che valgono meno di altre, si ritiene non corretto compilare liste di buoni e cattivi, se così fosse saremo stati citati in quelle “cattive”.
6. La dimissionaria vicepresidente Chiara Acciarini ha seguito attivamente la Commissione istruzione e Ricerca dal Congresso del 2011 ad oggi svolgendo innumerevoli iniziative, coordinando molti laboratori nelle scuole e incontrando migliaia di studenti; non può essere accusata di aver strumentalizzato l’ANPI, al contrario ha favorito aggregazione e saldatura generazionale.
7. Sulla questione di Via Asti l’ANPI ha inviato un osservatore all’interno del Comitato e vi sono state diverse presenze dell’ANPI alla Festa di settembre con testimonianze partigiane e dibattiti.
8. Strumentalizzare l’ANPI in funzione elettorale o d’interesse partitico o personale è scorretto e ne prendiamo le distanze.
Comunicato Sezione ANPI Grugliasco
L’ANPI non è un partito: se ne facciano tutti una ragione
Apprendiamo dal quotidiano La Stampa di giovedì 12 novembre 2015 a pagina 43 che nuovamente siamo stati oggetto di attacco politico-mediatico, questa volta unitamente ad altre Sezioni ANPI (Nizza-Lingotto, Bussoleno e 5° Circoscrizione), definite “imbarazzanti” perché “non rispecchiano più i valori per cui hanno lottato i Partigiani” e che “avallano la violenza NO TAV contro le forze dell’ordine”, una vera e propria “deriva” in corso ormai da anni e portata avanti in particolare “dalle Sezioni guidate dai giovani”. A questo articolo è seguita la smentita del Presidente Provinciale Ezio Montalenti che in una nota specifica che tali accuse sono state portate esclusivamente a titolo personale, non a nome dell’associazione: “il Presidente condanna l’operato di quanti hanno rilasciato liberamente informazioni tendenziose”. Persiste all’interno dell’Associazione un diffuso e pesante clima di mistificazione della realtà, che viene costruita artificiosamente in base a precisi interessi funzionali al consenso del partito dominante: di temi scomodi o non graditi al partito, nell’ANPI non se ne può parlare, ponendo divieti e trasferendo sul piano regolamentare l’espressione del dissenso e il dibattito politico, anche conflittuale. Quando se ne parla non si può poi agire concretamente, perché ci si limita a vuote enunciazioni di principio, intrise di retorica, lontane dalla realtà quotidiana, fatta di precarietà, sfruttamento e disgregazione sociale, che le persone vivono sulla propria pelle. Abbiamo segnalato pubblicamente più volte, nel corso degli anni, la deriva autoritaria dell’ANPI tentata da coloro che strumentalizzano l’Associazione per portarla all’attendismo, all’immobilismo e al servile obiettivo di consenso, considerandola un serbatoio di voti per il proprio partito: noi rifiutiamo queste pratiche e ne abbiamo sempre preso le distanze. C’è chi vorrebbe fare dell’ANPI un “museo”, ovvero un’associazione statica che si limita a portare fiori alle lapidi e a fare belle le istituzioni il 25 aprile con una ventata di gioventù. Insomma, un’ANPI priva di un’anima politica e di una coscienza propria, relegata a semplice macchina commemorativa. A Grugliasco abbiamo affrontato e allontanato questo pericolo. La nostra attività è coerente e in linea con quanto enunciato nel documento politico, approvato all’unanimità dal 15° Congresso provinciale ANPI di Torino del 2011: “l’ANPI ritiene di dovere affermare che gli investimenti pubblici debbano essere realizzati con il reale coinvolgimento delle popolazioni e delle Istituzioni locali in un confronto dialettico che percorra ed esamini tutte le possibili opzioni, nel rispetto dell’art. 41 della Costituzione che ricorda come la libera iniziativa privata non possa svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo di recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.” Recentemente questa posizione è stata sostenuta anche nella sentenza del Tribunale Permanente dei Popoli. Rivendichiamo con fermezza e determinazione la continuità tra i valori della Resistenza al nazifascismo, che ha portato alla conquista della Costituzione e alla democrazia, con le lotte attualmente in corso per la difesa e l’estensione dei diritti sui temi del lavoro, della scuola, della sanità, della cultura, dell’ambiente, della pratica della democrazia e della sovranità popolare; contestualmente rivendichiamo la mobilitazione permanente dell’ANPI in queste lotte con il nostro ruolo e la nostra specificità. L’ANPI deve diventare sempre di più un’associazione presente nelle lotte sociali per i diritti di oggi, per il concreto raggiungimento di una società in cui siano attuati, non solo enunciati, i diritti sanciti dalla Costituzione. Non accetteremo censure o divieti solo perché qualche dirigente, legato al partito, considera la nostra azione fastidiosa e vuole costringerci al silenzio, su mandato del partito. Appare ormai chiaro che esistono diversi modi di vivere e interpretare l’ANPI, sarebbe interessante finalmente aprire un dibattito serio e documentato sull’impetuoso rinnovamento che sta vivendo la nostra Associazione, accettandolo quale evento presente: noi siamo il presente, non solo il futuro, e come sempre siamo aperti al confronto.
Comunicato Sezione ANPI Giaveno-Val Sangone
Per quanto riguarda la funzione che l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia debba svolgere nella società contemporanea riteniamo che questa non può limitarsi solo alla custodia della memoria resistenziale, ma anche ad attiva azione di contrasto ad ogni moderno fascismo, si presenti come attacco alla nostra Costituzione, nata dalla Lotta di Liberazione Nazionale, si presenti come precarizzazione e perdita dei diritti dei Lavoratori, si presenti come intolleranza xenofoba e naturalmente si presenti come imposizione di qualsivoglia opera inutile ad una popolazione che difende il proprio territorio. Rimane ferma la nostra condanna ad ogni violenza e la necessità di mantenere l’indipendenza dell’ANPI da ogni partito o movimento politico.