Gli instancabili sostenitori mediatici del fronte Sitav ci sono ricascati e questa volta nemmeno la Procura della Repubblica di Torino ha provato a “salvarli” dall’ennesimo processo per diffamazione.
In un articolo a firma Numa dell’agosto 2011 un militante Notav veniva collocato alla guida di un gruppo di facinorosi ed identificato, sempre secondo Numa, dalla Digos sui sentieri attorno al cantiere della Maddalena.
Peccato che, ancora una volta, il fatto fosse assolutamente falso.
Il nostro militante, individuato per nome e cognome dal prode Massimo, non solo non guidava nessuno sui sentieri resistenti, ma nemmeno si trovava sul luogo, bensì a casa sua in provincia di Lodi.
Vano il tentativo della difesa de La Stampa di dipingere il nostro compagno come un delinquente meritevole di ogni diffamazione.
Rinvio a giudizio inevitabile. Al 10 giugno prossimo fissata la prima udienza.