da Radio Onda d’Urto – I sei quesiti referendari per l’abrogazione di alcune parti dell’art. 38 della legge n.133/2014 (Sblocca Italia) e di alcune norme ad esso correlate, e dell’art. 35 della legge n. 134/2012 (Decreto Sviluppo), promossi unitariamente dalla Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province Autonome ed approvati fino ad ora da otto Assemblee legislative regionali (Basilicata, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto e Calabria) saranno depositati oggi, mercoledì 30 settembre, alle ore 9,30, presso gli uffici della Corte di Cassazione. A queste otto Regioni andrebbe aggiunto anche il voto del Consiglio regionale della Sicilia che si è espresso a favore dei quesiti, ma per una manciata di voti non ha raggiunto il quorum previsto, e il pronunciamento della Regione Lombardia che ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale l’art. 38 dello Sblocca Italia”.
In Abruzzo il sì sui quesiti referendari è stato approvato con voto unanime da parte del consiglio, il primo ad aver promosso la via referendaria per evitare le trivelle offshore del progetto Ombrina Mare. La Regione Abruzzo si è sempre detta contraria all’impianto estrattivo manifestando accanto a cittadini e comitati NoTriv.
Il Governo intanto procede dritto per la sua strada. Dopo che il Ministero dell’Ambiente e quello dei Beni culturali hanno firmato il decreto di compatibilità ambientale per la realizzazione della piattaforma petrolifera al largo della costa abruzzese , il 14 ottobre a Roma ci sarà la conferenza dei servizi che darà il via libera all’Ombrina e renderà assolutamente inutile il percorso refendario che alcuni soggetti politici assieme ad alcuni presidenti regionali hanno attivato quest’estate. Da qui la necessita’ di convocare un Assemblea Nazionale domenica prossima ad Ancona che sappia trovare e individuare percorsi di mobilitazione e di lotta immediati ed efficaci.
In vista dell’assemblea nazionale Blocca lo Sblocca Italia/No Grandi Opere facciamo il punto della situazione su trivellazioni e estrazioni assieme ad Augusto De Santics del coordinamento No Ombrina e Ezio Corradi vicepresidente del coordinamento comitati ambientalisti lombardia.
Il documento di convocazione dell’Assemblea Nazionale
ANCONA 4 OTTOBRE ASSEMBLEA NAZIONALE
COMITATI ASSOCIAZIONI MOVIMENTI A CONFRONTO
CONTRO SBLOCCA ITALIA E GRANDI OPERE
PER LA NOSTRA TERRA, PER IL NOSTRO MARE, LA DEMOCRAZIA
DOMENICA 4 OTTOBRE ANCONA FORTE DEI PIRATI VIA SCRIMA 13
Ci siamo lasciati per rivederci presto, dopo il Festival a Trivelle Zero tenutosi a San Vito Chietino lo scorso agosto a cui hanno partecipato molte realtà da 15 regioni.
Lo abbiamo fatto constatando l’esigenza di un’assemblea che sia nazionale nel senso della ricomposizione volontaria di forze protagoniste delle lotte territoriali.
Partendo dalle movimentazioni che si stanno dando sulle questioni più specifiche delle trivellazioni e dello Sblocca Italia, ma declinandole anche in una ottica più allargata, sulla scorta passata e presente delle resistenze alle grandi opere, e nell’invito allargato a tutte quelle vertenze territoriali sparse e forse anche confinate nei limiti dei giardini precostituiti da altri.
Movimenti e questioni che a nostro avviso ci pare limitativo etichettare solo come “ambientalisti”, ma che interrogano simultaneamente l’esigenza di democrazia e partecipazione reali, di ripensamento delle forme del lavoro, di difesa delle strutture economiche e sociali legate e frutto delle esperienze territoriali.
E quindi No Ombrina e Trivelle Zero, insieme ai NO tav della Valsusa e a No Grandi Navi veneti, e il coordinamento comitati ambientalisti Lombardia, i Comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona, V Forum Friuli, il Forum Acqua, i NoTRIV di Potenza, gli StopBiocidio, e tanti altri ancora…
Fedeli quindi a questa atipicità che spinge a liberarci da facili etichettature proponiamo di iniziare a pensare e praticare uno scenario nazionale che sia da subito connessione anche con altre lotte: Lavoro, scuola, beni comuni, privatizzazioni…
Nel generalizzarsi delle politiche di “devastazione e saccheggio”, dallo Sblocca Italia alla Buona Scuola, al Jobs Act alle riforme costituzionali, non ci si può perdere in discussioni che attentano alla stessa coesione dei movimenti. Le strade per resistere sono tante e possono essere sperimentate e praticate tutte, è importante però che si creino i tempi e le condizioni giuste affinché tutte le azioni che mettiamo in campo siano efficaci e in sincronia tra loro.
Si dibatte sulla questione del referendum. Emergono da più parti perplessità poiché si sottovaluta un aspetto fondamentale, quello del quorum. Non dimentichiamo il risultato positivo del referendum sull’acqua, che molti di noi hanno vissuto in prima persona, che continua ancor oggi a essere oggetto di numerosi attacchi e proprio per questo non si è dispiegato in tutta la sua efficacia originaria. Il referendum non può essere inteso come momento meramente informativo, piuttosto sarebbe meglio agire nei territori per prepararli a livello sociale e culturale per poter poi eventualmente pensare anche ad iniziative di questo tipo. E in questo senso, per avere successo in iniziative referendarie e per dare loro un significato più ampio di generale opposizione all’ideologia liberista su cui si fondano gli atti del Governo, è fondamentale allargare la questione anche alla “Buona scuola” e al “Jobs act”. In ogni caso una vittoria referendaria può ottenere formalmente il cambiamento di una legge, che può però rischiare di rimanere anche lettera morta o momento di resistenza simbolico e non di costruzione di modelli alternativi, in assenza di una continua e generalizzata movimentazione sociale anche a posteriori.
Anche perchè siamo di fronte ad una deriva autoritaria delle politiche di Governo, che stanno completamente ignorando il volere e il dissenso diffuso in tantissimi territori, dalle province alle metropoli. Nelle decisioni di Governo emerge addirittura una totale esclusione anche di quelle regioni che avevano posto delle questioni a livello nazionale.
Le questioni della deriva petrolifera, delle grandi opere e in generale dei processi devastanti attivati e/o esacerbati dallo Sblocca Italia, come ad esempio la questione degli inceneritori promossi con l’Art.35 del decreto, hanno ormai una dimensione che tocca quasi tutte le regioni.
Dobbiamo ribaltare questa situazione, valorizzare le ricchezze di quanto si produce nei territori e non lasciarle isolate e se stesse , schiacciate dalle proprie vertenze territoriali.
Dobbiamo avanzare e costituire, non tanto o non solo coordinamenti, ma anche e soprattutto campagne.
C’è urgenza di forte concretezza e dell’assunzione di consapevolezza che se non lo facciamo noi, nessun altro lofarà…