Riceviamo e pubblichiamo volentieri la lettera di un abitante dei Mulini
Il ghiro è un roditore abbastanza comune nei nostri boschi. Lungo 30 centimetri, assomiglia molto allo scoiattolo, con il quale spesso viene confuso, nonostante la sua coda meno voluminosa e le dimensioni ridotte. Durante il periodo invernale resta in letargo per sei mesi nascosto nelle cavità degli alberi. E’ un animale notturno: di solito esce dal suo rifugio dopo il tramonto, per poi ritornarvi prima dell’alba.
Un luogo in cui sembra trovarsi a proprio agio è lo sbocco della Val Clarea nella Valle di Susa, dove il Rio Clarea si prepara ad incontrare le acque della Dora, formando le burrascose Gorge. Qui il ghiro trova numerosissimi rifugi all’interno delle cavità di castagni secolari, una volta coltivati su gradoni di muretti a secco eretti dai nostri avi, con estrema cura e pazienza.Chiunque si sia trovato a passare la notte al Presidio dei Mulini del Borgo Clarea, avrà certamente avuto modo di osservare i loro inseguimenti sugli alberi e i loro schiamazzi, ritrovando in questi roditori dei compagni per le infinite ore di guardia sulle barricate, e di riconoscere soprattutto quelli che si divertivano a rubare la frutta in cambusa.
Viene tuttavia spontaneo chiedersi cosa li porti ad abitare questo luogo a pochi metri dal mostro di cemento che si sta inglobando la Val Clarea; esso la notte illumina a giorno i boschi circostanti, inquina e assorda senza sosta. Circondato dal filo spinato è il posto più inospitale della Valle. Nonostante ciò i Mulini sono tornati a vivere, e i suoi abitanti abitanti hanno intessuto legami indissolubili tra di loro e con il territorio, riscoprendo il significato della parola abitare.
E il popolo degli alberi, che vive e scorrazza ogni notte sopra le nostre teste, per essere ancora lì, per non aver abbandonato le proprie postazioni, non può che pensarla come noi.
Anche i ghiri sono #NOTAV!
Da un abitante dei #Mulini