30 novembre 2024, ore 10,00-18,00: seminario nazionale “ambiente e grandi opere tra politica, movimenti e informazione”. Centro culturale delle donne Alma Mater (*), via Norberto Rosa 13/A – Torino.
– ore 10.00: Apertura dei lavori
L’iniziativa avrà carattere seminariale e dunque non ci saranno relazioni ma interventi di 5-10 minuti ciascuno con possibilità (e auspicio) di discussione e interazione tra i partecipanti, anche oltre gli interventi programmati. Per questo l’invito a partecipare è esteso ai diversi movimenti e associazioni interessati, al di là di quelli sino ad ora coinvolti e inseriti nel programma.
– ore 10.30: Non solo treni e ponti…Realtà e alternative
I tentativi di costruire una rete tra i movimenti contro grandi opere e devastazione ambientale sono stati molti ma senza esiti duraturi apprezzabili. Oggi è necessario riprovarci, ed è forse possibile raggiungere risultati più favorevoli: per le difficoltà che – nonostante i trionfalismi ministeriali – le grandi opere incontrano ovunque, per una consapevolezza ambientale accresciuta, per la percezione che solo un modello economico alternativo può portarci fuori dalla crisi. Per partire è, peraltro, preliminare fare il punto sulla situazione, sulle sue prospettive, sulle forze in campo e sulle alleanze possibili.
Introduce e coordina:
Angelo Tartaglia (Politecnico di Torino – Controsservatorio Valsusa).
Intervengono, tra gli altri:
Luca Giunti e Alberto Poggio (Commissione Tecnica Torino Lione dell’Unione Montana Valle Susa)
Philippe Delhomme (già vicesindaco di Villarodin-Bourget)
Peppe Marra e Francesco Piobbichi (Comitato No Ponte Reggio Calabria)
Umberto Lorini (Pro Natura Piemonte)
Gian Piero Godio (Legambiente e Pro Natura Vercelli)
Antonio Muscas (Coordinamento Comitati sardi contro la speculazione energetica)
Elena Papadia (Movimento No Tap – Lecce)
Egio Spineto (Comitato Stop Solvay – Alessandria)
Ilaria Mezzenzana (Assemblea Bosco Ospizio – Reggio Emilia)
Franca Guelfi (Vivere Vado)
Esponenti di Comitato Salviamo il Meisino, Rete Resistenza Verde e Collettivo Confluenza.
– ore 13.00: Pranzo
(il pranzo è cucinato dalle donne che gestiscono il Centro Alma Mater e ha un costo di 15 euro a persona.Per esigenze organizzative è necessario prenotarsi entro il 26 novembre compilando il modulo https://forms.gle/dtu7QYkXV8n8wqpAA o al n. 348 6541439 (anche sms/Whatsapp/Telegram).
– ore 14.00: Nuove forme di opposizione e di protesta.
L’opposizione alle grandi opere, alle devastazioni ambientali, allo sfruttamento intensivo delle risorse e del territorio vive una fase complicata. Da un lato, alcune forme tradizionali di contestazione e di lotta sono ormai spuntate: le manifestazioni, se non oceaniche, e gli appelli (anche di personalità di primo piano), per esempio, sembrano non importare più nulla a nessuno. Dall’altro, la stretta repressiva è sempre più pesante (e aumenterà vistosamente se sarà approvato il disegno di legge sicurezza in discussione al Senato) e ciò incide, all’evidenza, anche sulla partecipazione. È, dunque, necessario trovare (anche) forme e modalità nuove ed efficaci di protesta e, per farlo, occorre mettere in campo inventiva, fantasia e un confronto tra esperienze e realtà diverse, non solo del mondo dell’ambientalismo.
Introduce e coordina:
Alessandra Algostino (Università di Torino – Controsservatorio Valsusa)
Intervengono, tra gli altri:
Maurizio Piccione (Movimento No Tav)
Beatrice Pedergnana (Extinction Rebellion)
Francesco Sarandrea (Ultima generazione)
Simona Di Viesti e Carlo Mezzalama (Fridays for Future)
Ilaria Masinara (Amnesty international)
Alessandro Giannì (Greenpeace)
Dario Salvetti (Collettivo di fabbrica ex GKN)
Federico Bellono (Cgil Torino)
Angela Dogliotti (Centro Studi Sereno Regis)
Ugo Zamburru (esperto di movimenti America Latina)
– ore 16.00: Quale informazione su Tav, ambiente e grandi opere?
Raramente le “vertenze” ambientaliste o, comunque, legate al territorio hanno sfondato il muro del silenzio dell’ostilità dell’informazione (sia di quella tradizionale che di quella “diffusa”). Non sono mancati, ovviamente, gli interventi, ma sono stati episodici, legati ad eventi specifici e, per lo più, deformati e appiattiti sulle veline dei poteri forti. La ragione è principalmente politica ed è, dunque, assai difficile – dati i rapporti di forza in atto nel Paese – invertire la tendenza. Ma esistono anche ragioni per così dire “tecniche”, mancanza di collegamenti, pigrizie che occorre superare.
Introduce e coordina:
Livio Pepino (Controsservatorio Valsusa)
Intervengono, tra gli altri:
Duccio Facchini (Altreconomia)
Elena Ciccarello (La via libera)
Maurizio Pagliassotti (Domani)
Mauro Ravarino (il manifesto)
Gianni Barbacetto (il Fatto quotidiano)
(*) Il Centro Alma Mater, dove si svolgeranno i lavori, è stato aperto nel 1993 ed è, in Italia, il primo spazio fisico e simbolico nato da donne di diversa provenienza geografica. Attualmente sono in corso lavori di parziale ristrutturazione. Ciò potrà comportare alcuni problemi per l’accesso di portatori di handicap (che risolveremo, nel caso, con la collaborazione di tutte/i).