da il fattoquotidiano.it – In soli quattro mesi, dal settembre 2014, le previsioni per la tratta italiana sono aumentate vertiginosamente. “Inaccettabile per la crisi in cui versa il Paese, serve chiarezza”. Il capogruppo di Sel alla Camera chiede una commissione di inchiesta
Ecco l‘ultima puntata della folle corsa all’aumento di spesa della tratta dell’alta velocità più discussa d’Italia. Finito nei mesi scorsi al centro di roventi polemiche, il rialzo dei prezzi è adesso certificato in una scheda predisposta dal Centro studi di Montecitorioin vista del parere che, entro il 12 febbraio, la commissione Trasporti dovrà esprimere sullo schema di decreto ministeriale che recepisce il contratto di programma 2012-2016 tra Rete ferroviaria Italiana (Rfi) e il ministero delle Infrastrutture.
COSTI BALLERINI Come si è arrivati a queste cifre? In pratica, la stima del costo complessivo (quota italiana più quella francese) dell’opera al 2012 ammontava a 9,9 miliardi di euro, dei quali il 58% (cioè 5 miliardi 676 miliardi) a carico dell’Italia e il restante 42% della Francia. Su queste cifre, però, vista anche la durata dei lavori di realizzazione, è stato previsto un meccanismo di adeguamento della copertura dei costi nel tempo. Un meccanismo, come chiarì Michele Elia, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato (controllore di Rfi) lo scorso novembre in Senato, modulato sulla base delle regole francesi e recepito nel contratto di programma prendendo come riferimento un indice di rivalutazione del 3,5%. Sempre a novembre, il presidente di Fs, Marcello Messori, spiegò che il costo definitivo della Torino-Lione «non è ancora determinabile con precisione». Quel che è certo è che, qualora dovesse profilarsi lo scenario più avverso sul fronte delle previsioni di spesa, i costi dell’opera potrebbero salire dai 9,9 miliardi stimati nel 2012 ad un massimo di quasi 13 miliardi. La quota a carico dell’Italia (il 58%), quindi, potrebbe lievitare dai 5 miliardi 676 milioni, indicati nell’accordo di programma del 5 dicembre 2014 tra ministero e Rfi, proprio ai 7 miliardi 789 milioni della versione finale del contratto recepito dal decreto ministeriale adesso al vaglio della commissione Trasporti della Camera.
PREVISIONI AVVERSE Dunque, pur non essendo stimabile al momento a quanto ammonterà alla fine il costo reale dell’opera, il contratto di programma ha fatto propria la previsione più negativa. Un particolare che non è sfuggito all’opposizione. Ilcapogruppo dei deputati di Sinistra ecologia e libertà (Sel), Arturo Scotto, chiede «l’immediata calendarizzazione della proposta di Sel per l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sul sistema dell’alta velocità».
Unico modo, spiega a il fattoquotidiano.it «per fare finalmentechiarezza sui costi complessivi che lo Stato dovrà sostenere per la linea Torino-Lione». Scotto chiede inoltre l’audizione dell’ad di Fs, Michele Elia: «Vogliamo capire perché i costi recepiti nel contratto di programma corrispondano esattamente a quelli dello scenario più avverso delineato dallo stesso Elia solo qualche mese fa». Vista anche «la drammatica crisi economica in cui versa il Paese», aggiunge il capogruppo, «la realizzazione di un progetto faraonico così impegnativo per le finanze dello Stato è del tuttoincompatibile con l’ordine di priorità di destinazione delle risorse». Che dovrebbero piuttosto essere investite, prosegue, in «politiche occupazionali».
DOMANDE SENZA RISPOSTE Nel romanzo delle cifre, Scotto fa notare inoltre che c’è anche un altro capitolo da tenere presente. «Ricordo al riguardo che l’allegato infrastrutture alla nota di aggiornamento al Def (Documento di economia e finanza)presentato solo a settembre 2014 indicava il costo complessivo della tratta italiana della linea Torino Lione in 4 miliardi 455 milioni di euro. Come è possibile che in quattro mesi le cifre si siano innalzate in questo modo?». Bella domanda. Ora manca solo la risposta.