Ciao Carla, se Valerio avesse saputo quanto ha fatto sua madre per lui, per noi, per quell’idea che non muore mai, sorriderebbe ancora come in quella foto che abbiamo imparato a conoscere, grazie a te.
da Centro sociale Askatasuna – Oggi nel pomeriggio, Carla Verbano ci ha lasciati, sconfitta da un male incurabile a 88 anni. Gli ultimi 32 li aveva passati a cercare i nomi degli infami assassini che il 22 febbraio del 1980 uccisero suo figlio Valerio davanti ai suoi occhi. Evento che ha segnato la sua vita, “prima ero una ragazza normale che amava andare a ballare con Sardo e cucinare per Valerio, poi ho scoperto gli anni di piombo”, scrive nel suo libro “Sia folgorante la fine”.
La storia di Valerio Verbano è una ferita aperta nella storia dell’antifascismo militante, non c’è compagno/a che non la conosca, così come per noi tutt* Carla era “La Mamma di Valerio”. Presente ad ogni commemorazione dell’omicidio, nella sua casa di via Montebianco nel rione Montesacro, anche lo scorso febbraio ha salutato il corteo nonostante la sua malattia. Carla Rina Zappelli in Verbano, è stata un esempio per tutti noi che potremmo essere suoi nipoti: la sua tenacia nella ricerca della verità, unita alla lucidità con cui analizzava gli anni in cui suo figlio faceva parte dei collettivi studenteschi è qualità umana rara. La grandezza della sua figura umana si poteva toccare con mano sia parlandole di persona che leggendo il suo libro, perché analizzava i fatti di cui era stata involontaria protagonista con gli occhi di una madre che non cercava vendette ma pretendeva nessun’altra avesse a patirne un dolore eguale. Così come era solita mandare messaggi su facebook ai compagn* di tutta Italia prima di un corteo importante, esortandoli a stare attenti.
Figura vivente di una parte della storia d’Italia, quella dei misteri mai chiariti, e dei morti senza colpevole. Durante gli anni ’80, lei e suo marito Sardo provarono tutte le vie possibili, scontrandosi con una serie di inchieste mai arrivate al dunque, reperti che scomparivano e riapparivano, depistaggi e manomissioni. Incontrarono persino Giusva Fioravanti nella loro casa, “vicino al divano dove m’hanno ammazzato Valerio, disse che non c’entrava, ma era un uomo di cui è meglio non fidarsi” scrive nel suo libro. Alla Morte di Sardo, Carla continuò la sua crociata, ad “80 anni suonati”, come amava dire lei stessa, imparò ad usare internet, aprendo un blog, www.valerioverbano.it, per continuare a raccontare e diffondere la sua storia e iniziando ad utilizzare facebook. Sono migliaia le persone che la seguivano i suoi post sul social network.
Ad oggi l’inchiesta sull’omicidio Verbano è sempre ferma ad un punto morto, nonostante le dichiarazioni del magistrato o politico di turno.
Carla se ne andata senza conoscere la verità, di lei rimane il ricordo della sua battaglia e i suoi lasciti, tutti nel sociale, nel suo rione. I soldi del suo libro sono stati devoluti alla palestra popolare che porta il nome di suo figlio. Carla ribadiva sempre che gli unici a non averla mai abbandonata sono stati i compagni.
Infatti i compagni della palestra Popolare Valerio Verbano sono stati al suo capezzale in ospedale e hanno organizzato i funerali giovedì dalle 9 alle 13 nella palestra stessa.
Ciao Carla, non sappiamo se la fine di questa storia sarà folgorante, ma continueremo a scriverla anche nel tuo nome!