Ieri a Rivalta l’amministrazione comunale ha presentato gli effetti del progetto TAV in Val Sangone. Un’opera che mentre devasta in alta e bassa Val Susa qui regalerà un deposito di detriti alto come un palazzo di sei piani, un tracciato ferroviario che arriverà a pochi metri dalle case e che creerà degli enormi problemi di accesso all’ospedale San Luigi. Un teatrino indegno quello di ieri, non partecipazione della cittadinanza ma una comunicazione completamente unidirezionale pilotata dal commissario di governo che nemmeno si è presentato, nonostante i cittadini rivaltesi chiedano un confronto pubblico e trasparente da oltre un anno.
Il comitato No Tav Rivalta si è quindi dato appuntamento davanti al luogo dell’incontro per fare ciò che l’amministrazione si rifiuta di fare: informare e informarsi sul progetto, mettere in evidenza le criticità, diffondere le informazioni invece di occultarle.
Questo è ciò che il potere non può sopportare della lotta notav, che dopo 30 anni ci sia ancora gente che con le temperature sottozero non cede alla rassegnazione e al menefreghismo, prende giaccone e cappellino e si presenta lì dove questi imbonitori fanno finta di coinvolgere le comunità locali ponendo le VERE domande che nessuno vuole porre.
Se tra il Sangone e la Val Susa non ci fossero da decenni dei “bogia nen” così testardi di questo territorio non rimarrebbe quasi nulla: sarebbe già partito il primo progetto, quello del 2005 che prima ci assicuravano fosse il migliore del mondo e che poi hanno ammesso essere “troppo impattante”…
Dalla Valle al Sangone, sarà sempre RIBELLIONE! Avanti #notav!