La situazione nelle carceri ora è veramente al collasso, le notizie che ci giungono sono molto più preoccupanti di quello che trapela dall’informazione.
E’ un momento difficile in ogni luogo della società, tanto più in quel luogo di privazione della libertà dove si può solo sopravvivere a regole imposte e celle che si aprono o chiudono a piacimento di regolamenti interpretati da guardie e direttori.
Sappiamo veramente poco di quello che avviene, e non possiamo escludere contagi tenuti nascosti per la non capacità di gestire isolamenti e quarantene in un luogo che vive già di reclusione e isolamenti.
Pensiamo serva una misura che mette al riparo la popolazione detenuta dal Corona Virus, che aiuti a evitare i contagi e che dia dignità a uomini e donne che non possono essere sacrificati nel nome della legalità.
Si vocifera di provvedimenti più snelli per avvallare domiciliari e pene alternative per condanne di un’entità minore ad un tot di anni o dedicati a chi ha già scontato parte della pena.
Non saranno sufficienti, ma devono essere un primo passo immediato a cui deve essere necessariamente aggiunto un provvedimento più corposo, come l’indulto chiesto dai detenuti in rivolta o un provvedimento di amnistia sociale, come i movimenti chiedono da tempo.
Serve una soluzione immediata, e nessuno deve essere sacrificato in nessun luogo, nemmeno in carcere, che è trattato come una zona grigia della società, dove nessuno vuole sapere cosa avviene, dove la legge è troppo spesso interpretata, dove la dignità degli esseri umani lascia il campo alla punizione.
E’ in questa situazione che ci sentiamo di chiedere a Nicoletta di fare un passo a fianco, rispetto alla sua scelta. Non le chiediamo di fare un passo indietro, ma le chiediamo di fare le stesse richieste che stanno facendo gli altri detenuti e detenute per accedere ai domiciliari, per poter stare a casa, con Silvano, e curarsi in serenità, senza rischiare il contagio.
Nicoletta non ha nulla da dimostrare, è già andata fino in fondo alla sua scelta, dando schiaffi di coerenza a tanti che parlano e decidono sulle vite altrui senza mai rischiare nulla.
A Nicoletta non chiediamo di cedere, non chiediamo di fare un passo indietro, non le chiediamo di fare qualcosa di diverso dagli altri detenuti, le chiediamo di prendere atto della situazione e comportarsi di conseguenza .
Abbiamo abbracciato, con la scelta di Nicoletta, un nuovo sentiero da percorrere, quello del carcere, e una volta imboccato non lo lasceremo mai, perché vogliamo lottare per un amnistia generalizzata. Non vogliamo che nessuno si sacrifichi, perché abbiamo bisogno di tutti e tutte, in ogni momento di questa lunga storia, che vogliamo ancora scrivere tutti insieme.
Chiediamo a tutti di fare richiesta di uscire da quella gabbia che oggi non è in grado di garantire neanche i requisiti minimi x sopravvivere, non vivere, sopravvivere.