Ora ci è tutto più chiaro, dapprima aprendo i giornali e leggendo titoli e titoloni abbiamo fatto gli scongiuri. Ancora una volta tutti a gufare sul famoso “morto” che dal Sap, passando per Maroni, arriva fino a Manganelli (mai cognome più appropriato per un capo della polizia…) che, in audizione alla commissione Affari costituzionali alla Camera dei deputati ha parlato della gestione dell’ordine pubblico in Italia e si è soffermato sulla Valle di Susa.
Dopo le tante parole spese per le contestazioni al Procuratore Caselli ecco altra benzina sul fuoco dal lato fortino.
Manganelli parla di morti possibili e cercati in Valle, parla di Prima Linea e Brigate Rosse, di anarco insurrezionalismo e autonomia operaia, di Askatasuna e via discorrendo. Fa un quadretto tetro teso a giustificare la tesi che ha portato in carcere i notav e per i quali il tribunale ha ribadito la detenzione (per la metà di loro comunque).
Manganelli si infila tra i tanti che in questi due giorni non solo scoprono il movimento notav, ma gli danno anche valenza politica e consigli. Pur di dimostrare che ci sono i “ba bau” lo stesso schieramento che ha sempre ridimensionato e denigrato il movimento, ora lo esalta, lo riconosce e lo incita a fare le scelte giuste. Certo, fino a quando non da fastidio perché protestare è giusto ma…non troppo.
Ebbene dopo così “tanta robba” , dopo che ci han definiti famigliari di camorristi, stupratori, terroristi ecco che siamo anche becchini. C’è sto’ morto che gira dappertutto, parole come accette che vengono proferite da chi sta al comando di questure e procure e poi?
E poi scopriamo che lo stesso Manganelli in realtà si dice preoccupato della prossima fase di esproprio in Clarea: “Ora andremo a togliere i terreni, che peraltro sono stati venduti a centinaia di acquirenti, aumentando i destinatari delle notifiche e del dissenso“; scopriamo che oltre alla Valsusa i numeri in generale danno torto al Manganelli: “Solo nel 2011 abbiamo avuto 10.461 manifestazioni di piazza. Non di quelle spontanee, ma di quelle che richiedono la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza. In 187 di queste c’è stata qualche effervescenza” quindi ovvero l’1,8 per cento del totale!
Scopriamo che tutti gli scudieri e scribacchini in levata del procuratore Caselli paragonano una scritta (talune veramente inguardabili anche per noi…) a una minaccia alla vita del procuratore.
Scopriamo che tutto il paragone con gli anni 70’ di cui anche Fassino parla oggi su La Stampa, sono solo i politici, commentatori, scribani e poliziotti ad auspicarlo e vi diciamo, dal nostro umile punto di vista, perché.
Perché a differenza dei tanti citati (e anche di quelli non citati), che la maggior parte delle volte criticano Berlusconi, sono l’altra faccia del Silvio Nazionale, del one man show, dell’io anteposto al noi. I movimenti danno fastidio e sono incomprensibili a queste persone perché non rientrano nemmeno lontanamente nella sfera di comprensione di chi bada alla propria carriera/cadrega/fama indistintamente dal mestiere che fa.
Siccome abbiamo capito che in questa inchiesta non sono i reati a far rinchiudere le persone in galera ( è innegabile: per gli stessi reati migliaia di persone sono in libertà e li reiterano pure), non abbiamo difficoltà a dire che non sapendo come battere il movimento notav, tocca alla magistratura metterci la mano e persino Caselli lo ammette e chiede di non farlo.
Gridare al “ba bau” degli anni 70’ serve, per chi ci ha fatto carriera/fama/cadrega a continuare a farla e a giustificare stipendi e nomea. Ad esempio è notizia di oggi che tra le autorità della pubblica amministrazione, il capo della polizia è quello che guadagna di più. Ad essere maliziosi….viene da dire che parlare di emergenza con l’1,8 per cento del totale delle oltre 10.000 manifestazioni finite con qualche turbolenza…
Non sarà magari anche il caso di chi oltre alla lotta sulla Mafia, ha fatto carriera sul contrasto ai movimenti che oggi ha particolarmente a cuore l’argomento? Perché sapete, sembra che ognuno oggi abbia i suoi fantasmi buoni per ogni stagione da combattere ( il paragone sul sesso al Corsera era preoccupante…) , e sembra proprio crederci. I nostri detenuti vengono trattati come i prigionieri politici di un tempo, vengono smistati e puniti; s’invocano le leggi speciali degli anni addietro con il fermo di polizia e addirittura si vuole un’altra forma associativa per punire chi si associa per lottare perché sia quella “a delinquere” che quella “sovversiva” (essendoci il solito 1,8% di fatti da analizzare ) non sarebbero giustificate.
Ecco, magari nasce il reato di associazione a babbo morto!
Ps: La verità è che battere i notav non è cosa semplice; la politica ha perso da tempo, ora tocca alla magistratura e alle forze dell’ordine, sarà dura anche per loro….