La giornata dell’8 dicembre rimarrà sempre una data storica per i NO TAV. Quel giorno del 2005 lo posso annoverare tra i momenti più belli della mia vita adulta fino ad ora; e credo valga lo stesso per molti di coloro che vissero in prima persona il crescendo della mobilitazione, a partire dall’estate, con la nascita dei presidi, il Seghino, lo sciopero generale, la Libera Repubblica di Venaus… La fierezza e la determinazione, condita da una sana rabbia per aver subito un grosso sopruso, hanno guidato quel giorno molti valsusini e i loro amici per ribadire che di qui il TAV non passerà, e chi tenterà di farlo passare non avrà vita facile. A sarà dura, abbiamo cominciato a gridare in quei giorni. Ogni anno rinnoviamo l’impegno preso a quei tempi e, oltre al legittimo desiderio di celebrazione, proviamo ad impegnarci per rilanciare una mobilitazione che da alcuni decenni permea la vita del nostro territorio. È più che mai necessario farlo ora, adesso che la minaccia di nuovi cantieri si fa via via più concreta, con l’estendersi
dei territori danneggiati anche in alta valle, e nel momento in cui le illusioni di una soluzione parlamentare della questione TAV sono, con molta probabilità, definitivamente crollate. La spinta di giovani generazioni potrà dare nuova linfa al nostro movimento che, seppur con i suoi limiti e i suoi problemi, continua ad essere una speranza e un riferimento per molti di coloro che si battono per un mondo più giusto, libero e bello.
A causa delle note restrizioni giudiziarie che mi son state imposte, non potrò essere li con voi alla manifestazione, ma voglio fa giungere con queste righe l’invito a non mollare, a proseguire a testa alta il cammino di resistenza intrapreso negli anni. Di fronte allo sfacelo umano e ambientale nel pianeta è forte la spinta verso la rassegnazione, ma la necessità di resistere diventa a questo punto una ragione di vita se non vogliamo essere complici dell’attuale degrado e della barbarie che ne conseguirà. “Non ci ruberete il futuro” era uno slogan azzeccato nel 2005 e sta a noi praticarlo ancora oggi. La condizione carceraria che sto vivendo ora, sta rafforzando in me la convinzione di essere
dalla parte giusta. Sapere di avere tanti amici che marciano al mio fianco, mi da il necessario sostegno e mi carica allo stesso tempo di una gran responsabilità. Ci rivedremo al più presto possibile e al momento dell’azione: nelle assemblee, nei cortei, sulle barricate…
Luca Abbà – semilibero di essere NO TAV dicembre 2019