Torniamo a parlare della connessione tra la grande mala opera del TAV e le guerre. Ormai mesi fa avevamo pubblicato l’opuscolo “Il TAV all’interno dei corridoi di mobilità militare europea” (https://www.notav.info/post il-tav-allinterno-dei-corridoi-di-molbilita-militare-europeii/), nel quale abbiamo approfondito le implicazioni e le ricadute che la grande opera del TAV ha anche in campo militare, in quanto fa parte della rete europea di corridoi TEN-T che prevede la capacità di trasporto di mezzi militari pesanti in ogni sua tratta. Pochi mesi dopo è scoppiata la guerra in Ucraina, evento che ci ha dimostrato tutta l’esigenza da parte della NATO e dell’UE di portare avanti quest’opera, nonché tutta l’esigenza da parte nostra di continuare a trattare e a diffondere queste tematiche. Infatti il TAV si situa in teoria proprio all’interno del corridoio strategico che dovrebbe collegare Lisbona con Kiev. Una ragione in più, qualora ce ne fosse bisogno, per opporci al TAV, ma anche una preziosa occasione per ragionare sugli scenari di guerra e su cosa possiamo fare noi, nel nostro paese e in Europa, per fermare la guerra.
Dal mese di ottobre la guerra è tornata con ancora più violenza di prima in Medioriente, e mentre la Palestina e la striscia di Gaza resistono all’occupazione israeliana, le élite e i governi dell’Occidente appoggiano lo Stato Sionista guidato da Netanyahu. Alcune delle pratiche di occupazione in Palestina sono state riportate proprio nella nostra Valle dall’esercito italiano, e da numerose aziende e università che lavorano sia per il TAV, collaborando con TELT, sia per Israele. Pensiamo che la lotta No Tav si possa considerare pertanto in un quadro ampio in cui vadano collocati il conflitto in Palestina e le derive guerrafondaie che stanno sempre di più investendo tanto la Val di Susa, con le esercitazioni militari su larga scala, quanto la nostra città (si vedano per esempio l’Aerospace& Defence meeting del 28-29-30 Novembre e la costituzione della cittadella dell’aerospazio in Corso Marche). E’ pertanto il momento per opporci qui e ora in maniera crescente alla guerra e alla militarizzazione di Torino e della Val di Susa.
Questo autunno, nella giornata del 21 Ottobre a Coltano e del 4 Novembre a Roma, ci siamo mobilitati anche come No Tav contro le guerre, partecipando a quelle manifestazioni nazionali e rimarcando la connessione tra questa grande opera e il suo scopo.
Abbiamo partecipato e portato il nostro contributo anche qua a Torino nelle piazze e nelle manifestazioni antimilitariste, contro la guerra e per la Palestina.
Ora vogliamo rilanciare un momento pubblico di discussione sugli utilizzi bellici del TAV e sull’opposizione necessaria che dobbiamo portare avanti contro il TAV e contro tutte le guerre.
I sequestri avvenuti ieri del presidio di San Didero e di quello dei Mulini, in cui sono stati fatti anche lavori di allargamento del cantiere, così come la repressione e militarizzazione a cui da anni sono sottoposti la Val di Susa e il Movimento No Tav, ci dimostrano la volontà da parte dello Stato Italiano e dell’Unione Europea di andare avanti e di velocizzare i lavori dell’opera in un contesto internazionale in cui i conflitti vanno ad inasprirsi ogni giorno di più. Ora più che mai serve continuare a mobilitarsi contro questo progetto ecocida e con valenza bellica.
Per questo motivo vogliamo rilanciare l’8 Dicembre in Val di Susa una grande mobilitazione popolare contro il TAV, che si legherà a tre giorni di lotta, dibattiti, socialità e di iniziative ai cantieri, l’8-9 e 10 Dicembre.
Ne parleremo con:
– Presidio Europa.
– BDS Torino
– Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali
– Assemblea antimilitarista.
Seguirà un dibattito che speriamo partecipato e ricco anche di posizioni diverse.