Dopo la grande manifestazione dello scorso 23 marzo, incontriamoci in assemblea a Roma per discutere dei prossimi passi! Appuntamento Sabato 22 Giugno presso l’Università La Sapienza – Tensostrutture – Piazzale Aldo Moro.
Chi credeva che ci saremmo fermati alla piazza romana si sbagliava di grosso, se la lotta per la giustizia climatica, contro le grandi opere e le devastazioni ambientali è ancora lunga, noi abbiamo tutte le intenzioni di combatterla fino in fondo.
I risultati delle elezioni europee non sono confortanti, del resto siamo sempre stati chiari su un punto: nessun partito è in grado di produrre quel cambio di rotta che solo un grande movimento può innescare. Se da un lato abbiamo visto infatti la vittoria degli sponsor delle grandi opere, degli sviluppisti, di coloro che alla giustizia climatica antepongono gli interessi del capitalismo estrattivo, dall’altro non possiamo non notare il nuovo fenomeno di attenzione della politica istituzionale a queste problematiche. L’avanzamento in Europa dei Verdi è sintomatico certamente di un buon livello di sensibilità sulle tematiche ambientali che inizia a diffondersi tra le comunità.
Rispetto a questo però resta in capo al nostro movimento la capacità di incidere anche nell’articolazione di questi ragionamenti raccontando, ad esempio, come la “politica verde” è quella che possono fare le comunità che agiscono dal basso nei territori e da sempre li difendono da un sistema economico predatorio, non certo chi è abituato a riscaldare gli scranni dei vari parlamenti che, in gran parte dei casi, sono parte del problema perché a fronte di millantati impegni per il contrasto ai cambiamenti climatici impongono poi ogni giorno sui territori politiche che vanno nella direzione opposta.
Lo dichiariamo con forza: non accetteremo lezioni di ecologia da chi impone grandi opere inutili e dannose sui territori, da chi li ha devastati o ne ha avallato la devastazione, da chi li ha affamati in nome di un sistema economico predatorio, da chi, in generale, è complice dello scempio locale e di quello globale.
Non accettiamo e non accetteremo lezioni da chi non è in grado di connettere la distruzione dei territori e quella del clima, due facce della stessa medaglia, e per questo i nostri percorsi si intrecciano e si dotano di una serie di strumenti per acclarare questa connessione.
Tanto più che non siamo certo sol*. Le centinaia di migliaia di giovani che hanno manifestato in tutto Italia lo scorso 15 marzo e poi il 24 maggio, hanno dimostrato che la giustizia climatica è un obbiettivo prioritario, che il futuro si cambia solo mettendosi in gioco nel presente. Allo stesso tempo, le campagne “Per il Clima, Fuori dal Fossile” e quella “Giudizio Universale” hanno visto il protagonismo di svariate reti, tematiche e luoghi di lotta.
Sono state decise iniziative comuni sia sul livello istituzionale sia di lotta sui territori: dall’idea generale di portare alla sbarra lo stesso Stato, perché sia condannato per l’inefficacia e la debolezza delle politiche sui cambiamenti climatici, a quella della Costituzione di parte civile nel processo Petrolgate2 (ENI) da parte delle associazioni formalmente costituite, al lancio di campagna diretta agli oltre 8.000 comuni italiani per la dichiarazione dello stato di emergenza climatica ed ambientale (occasione per aprire dibattito e diffuso sul territorio soprattutto nei luoghi devastati e colpiti da estrattivismo), alla campagna diretta sempre a Comuni ed enti prossimità per partecipazione fattiva ai tavoli di Minambiente e Mise in cui si sta scrivendo Piano Aree per attività gas e petrolio.
Nel frattempo le navi da crociera (inquinanti e dannose) danno prova di tutta la loro pericolosità, schiantandosi a Venezia (è successo lo scorso 2 giugno). La città ha però messo in campo una risposta incredibile, con oltre 10.000 persone scese a manifestare insieme al Comitato No Grandi Navi lo scorso 8 giugno per chiedere il definitivo allontanamento delle navi da crociera dalla laguna di Venezia.
Il cantiere del TAV è fermo, ma i bandi sono dietro l’angolo e i vertici delle agenzie che in questi anni hanno lavorato per promuoverlo sono rimasti saldamente sulle loro poltrone. Il Tav rimane tema centrale del dibattito politico e governativo e il Movimento No Tav si prepara ad un’estate ricca di iniziative e lotta.
Altrove in Italia si aprono nuovi cantieri (con assoluto disprezzo per l’ambiente, per la salute dei cittadini e con un enorme spreco di soldi pubblici), per non parlare delle nostre politiche energetiche, ancora legate agli interessi delle multinazionali dei combustibili fossili (tra i principali responsabili del riscaldamento climatico).
In gran parte dei territori di questo Paese di continua a morire a causa della devastazione ambientale: dalla Terra dei Fuochi a Brescia, da Taranto alla Sardegna.
A Sud, in Calabria, lo scorso 9 giugno un’importante assemblea meridionale ha visto la presenza di molti comitati, associazioni e realtà sociali che si battono contro le devastazioni ambientali, le grandi opere inutili e dannose e il cambiamento climatico.
L’appuntamento assembleare ha confermato la volontà di rilanciare un percorso comune necessario a far maturare un punto di vista meridionale sulle criticità che attraversano i nostri territori e per ribadire con forza che le nostre comunità non sono più disponibili a dover scegliere tra la miseria di un reddito da lavoro e la tutela della propria salute e del proprio territorio. Una scelta esistenziale, spesso drammatica, che vede tanti giovani e adulti costretti ad abbandonare le proprie terre non più soltanto per studio e lavoro, ma anche per potersi curare e – oggi sempre più spesso – per trovare condizioni ambientali che non li condanni a morte certa.
Se le lotte ecologiste inglobano tutta una miriade di resistenze piccole ma diffuse sul territorio occorre allora avere la capacità di attraversarle riprendendoci il potere attraverso l’autonomia dei corpi e dei territori.
Bisogna uscire da un sistema che si basa sullo sfruttamento senza fine delle risorse naturali e al contempo avere la capacità di diradare le nubi ingannevoli della green economy, coscienti della capacità di sussunzione del capitale, della sua mutevolezza e capacità di adattamenti ai nuovi contesti sociali.
Moltissime sono le iniziative già in agenda che approfondiremo durante l’assemblea romana:
20-21-22 giugno – Campeggio al Bosco di Corundoli a Montecilfone (CB) per fermare il
passaggio in questo luogo di alto valore paesaggistico e ambientale del gasdotto Larino -Chieti e la realizzazione di un centro di stoccaggio di gas di 300 milioni di metri cubi.
Dal 27 al 29 Giugno – Senigallia (AN) in occasione del “Cater Raduno”, raduno nazionale organizzato dalla trasmissione radiofonica “Caterpillar”, iniziative volte a far emergere le responsabilità dell’ENI, sponsor ufficiale del programma, e delle sue politiche energetiche.
Il 2 Luglio – Napoli, con la prima iniziativa di presentazione della campagna nazionale Giudizio Universale
20 Luglio – Giornata “Per il mare, fuori dal fossile” (Friuli-Puglia), una giornata di mobilitazione in forma coordinata a difesa del mare, contro trivellazioni, prospezioni, air gun, gasdotti, petrolchimici, impianti inquinanti, nella quale ogni realtà manifesterà portando sulle spiagge e in mare, azioni di sensibilizzazione legate alle diverse criticità territoriali (Pedalò, barche, gommoni, canotti,mosconi,….)
Dal 25 al 28 luglio – Festival Alta Felicità a Venaus(Valsusa) La prima tra le tante novità della quarta edizione è l’apertura da parte del Movimento NoTav, ideatore del Festival, a tutti i movimenti che lottano per la salvaguardia del clima, contro le grandi opere inutili e dannose che distruggono i territori e per il cambiamento della politica energetica. ll Festival Alta Felicità diventa così una delle tappe del percorso di lotta nazionale che ha portato a Roma oltre 100mila persone lo scorso 23 marzo, partendo dal giovedì con le gite al “mostro”, passando per concerti e dibattiti, fino ad una manifestazione sabato 27 luglio e un’assemblea nazionale domenica pomeriggio del 28 luglio in cui sono invitati tutti i movimenti di lotta territoriali che sono attori protagonisti di questo percorso.
Dal 22 al 25 Agosto – Campeggio NO SNAM – Campo di Giove- Sulmona per fare il punto sui diversi progetti in corso in centro Italia, dalla centrale Snam di Sulmona al gasdotto Sulmona-Foligno passando per gli stoccaggi e il gasdotto Larino-Chieti, in collegamento con no-Tap per continuare la lotta di contrasto al ‘Hub del Gas.’, piattaforma logistica per il Nord Europa.
Dal 4 all’8 Settembre – Campeggio “Climat Camp” Lido di Venezia – In contemporanea con la Mostra Cinematografica di Venezia e promosso dal Comitato No Grandi Navi e Fridays For Future Venezia, occasione di incontro nazionale e internazionale tra i tanti movimenti e comitati che si battono contro i cambiamenti climatici, la costruzione di grandi opere inutili e un sistema di produzione che produce devastazione ambientale e distruzione del pianeta