Nuova missiva inviata dai sindaci dell’Unione montana della Val Susa al governo Conte.
In una lunga lettera si fa stato del cronico ritardo dell’opera e delle previsione di traffico scientemente sovrastimate come recentemente attestato dalla Corte dei conti europea, facendo notare che il TAV è ormai “in condizione di incongruenza con le scelte dell’Unione europea in merito alle scadenze di realizzazione della rete transeuropea (2030) e di decarbonizzazione dell’economia (2050)”. Nel documento si chiede al governo di fare chiarezza sui fondi europei ancora non stanziati, sulla reale disponibilità delle quote di finanziamento complessivo dell’opera da parte di Francia e Italia, sulle tempistiche di realizzazione, sulle criticità procedurali inerenti all’espletamento delle procedure di esproprio delle aree coinvolte dai cantieri, sulla mancanza di un serio piano di gestione dei rifiuti amiantiferi provenienti dallo scavo. Come denunciano i sindaci, dopo 30 anni di bel parlare sulla seconda linea Torino-Lione, il rapporto col territorio è ancora inesistente e la situazione è ormai palesemente “incompatibile con gli obblighi di efficacia e trasparenza connessi con la rilevante entità di risorse pubbliche che dovrebbero essere assorbite da questo progetto”. Non si contano infatti le sollecitazioni inviate dagli amministratori val susini a Roma che sono cadute nel vuote, l’ultima nel novembre del 2019 a cui il governo, allora giallo-verde, non si degnò neanche di rispondere.
Una lettera puntuale che mette il dito nella, anzi, nelle piaghe della Torino-Lione. Più importante ancora, la lettera arriva proprio nel momento in cui si fa di nuovo un gran parlare delle compensazioni per i danni provocati dall’opera ossia di quel meccanismo infame con cui lo Stato italiano ha prima privato il territorio di servizi essenziali a colpi di tagli e austerity per poi offrirli ora come contropartita alla devastazione di boschi e aree agricole. Mentre proseguono le iniziative di disturbo al cantiere e davanti alle sedi delle ditte coinvolte nell’opera, la caparbia opposizione degli amministratori valsusini rischia di mettere in seria difficoltà il ritrovato clima di “concordia istituzionale” intorno al grande spreco…