In oltre trent’anni di lotta No Tav abbiamo osservato il mondo trasformarsi, ricevendo molte conferme delle ragioni della nostra lotta, e molte altre se ne sono aggiunte lungo il cammino. Oggi ci troviamo di fronte ad un punto critico della storia: crisi ecologica, pandemia, crisi economica e sociale di proporzioni solo ipotizzabili e il timore di una guerra totale. Una combinazione in grado di sconvolgere l’umanità per come la conosciamo.
Non possiamo tacere di fronte alla violenza drammatica che il modello di sviluppo in cui viviamo sta imponendo all’intero pianeta.
Lottiamo contro le devastazioni e le guerre per il nostro futuro
Ci troviamo di fronte ad un’economia di guerra, ma anche ad una guerra che ha dei presupposti economici: l’estrazione di risorse, il controllo dei mercati, la finanza, la globalizzazione. La vita di migliaia di persone è considerata come una merce sacrificabile per tutelare gli interessi di pochi.
I corridoi logistici, come quello che dovrebbe collegare Torino a Lione, vengono venduti come opere strategiche non solo per speculare e fare cassa, ma anche per trasportare armamenti.
In un’economia di guerra si possono sacrificare servizi essenziali e costringere le famiglie a fare enormi sacrifici, ma non si può rimettere in discussione un’opera inutile ed ecocida come il Tav, infatti per le aziende che lavorano alla Torino – Lione è già stato previsto un adeguamento dei prezzi, con il conseguente ed ennesimo esborso di fondi pubblici in questa costosa opera: quanti soldi che potrebbero essere destinati a scuola, sanità, servizi, sostenibilità e reddito dobbiamo ancora sprecare?
Lottiamo insieme alla natura per un pianeta equo e solidale
Mentre i prezzi alle colonnine crescono a fronte della speculazione finanziaria, più che per una reale scarsità, si intravede tutta la miopia dei nostri governanti che per decenni hanno perseguito le politiche delle lobbies del fossile, invece di intavolare un serio progetto di transizione ecologica e di rilancio del trasporto pubblico locale.
In Valsusa da anni stiamo assistendo al progredire di cantieri altamente dannosi per l’ambiente, con conseguenze allarmanti anche per la salute dei cittadini. La deforestazione messa in atto dai promotori dell’opera ha raggiunto livelli preoccupanti: circa di 5000 piante abbattute. Un solo albero può soddisfare il fabbisogno di ossigeno di 10 persone e che è in grado di assorbire dai 20 ai 50 Kg di CO2 presenti nell’aria: in futuro in Valsusa, a causa dei lavori legati alla costruzione del tunnel di Chiomonte, potrebbero essere emesse nell’atmosfera ben 12 mln di tonnellate di CO2.
Siamo contro l’Alta Velocità e affermiamo “Viva la Lentezza”: per risparmiare ogni tipo di energia chiediamo che siano diminuite tutte le velocità dei nostri spostamenti, la Terra ringrazierà.
Lottiamo di generazione in generazione
Mentre affrontavamo la pandemia, tentando di prenderci cura della nostra comunità chiedendo risorse per la salute di tutti/e, ci venivano inviate nuove truppe di occupazione per costruire un recinzione vuota a San Didero.
Centinaia di migliaia di euro sono state sprecate per tentare di costruire un teorema giudiziario che avrebbe dovuto dimostrare la presenza di un’associazione sovversiva all’interno del movimento No Tav. Arresti, militarizzazione, denunce, fogli di via. Abbiamo resistito per anni e resisteremo ancora fino alla fine, un mese, un giorno, un’ora più di loro.
16 Aprile Marcia Popolare No Tav, Bussoleno – San Didero, Partenza Piazza del Mercato, Ore 14.