Ilaria Salis, compagna antifascista, si trova oggi all’interno del regime carcerario ungherese. La durissima detenzione che sta vivendo per avere praticato i valori dell’antifascismo, sta protraendosi ormai da lunghissimi 13 mesi. Le immagini dell’udienza al tribunale di Budapest hanno fatto il giro di tutti i media italiani, in particolare perché Ilaria è arrivata in aula incatenata. Queste immagini hanno scatenato un’ondata di indignazione generale che non è però scaturita in una reale presa di responsabiltà da parte delle istituzioni italiane per riportare a casa Ilaria.
Quello che noi abbiamo visto è una donna forte e determinata, di rara dignità, una donna che abbiamo incontrato nel nostro territorio a lottare a fianco del Movimento No Tav, privata della propria libertà e che necessita di una presa in carico da parte della società tutta. Questo per noi significa sentire la responsabilità di fare la propria parte per conquistare il diritto alla libertà di Ilaria e di tuttə.
Il padre di Ilaria, Roberto, sta assumendo il compito di rappresentare una possibilità che vada in questa direzione anche facendo emergere delle contraddizioni, e la candidatura di Ilaria alle elezioni europee significa anche e soprattutto questo.
Dalle nostre parti sappiamo bene cosa significa essere privati della libertà ma soprattutto sappiamo che senza una solidarietà attiva e una rete capace di sostenere collettivamente la conquista di essa, nulla si può ottenere. In questi tempi in cui lo spazio del dissenso viene costantemente ristretto e le forme attive di mobilitazione vengono colpite con l’intento di silenziare e spaventare, la lotta di Ilaria deve essere anche la nostra lotta e non deve essere dimenticata.