da Infoaut – Roberto ‘Berto’ Pautasso era un compagno della Valle di Susa, dove faceva parte dei collettivi autonomi valligiani, in particolare del Centro di Documentazione di Condove. Era nato ad Avigliana il 9 agosto del 1958 in una famiglia operaia; la madre malata di sclerosi multipla, due fratelli e una sorella, tutti abitavano alle case popolari di Condove.
Berto iniziò a lavorare a 14 anni come operaio generico nelle boite della valle e si diede anima e corpo alla politica fin da subito. Militò attivamente nel movimento dell’Autonomia, sia in valle che a Torino, proponendosi, grazie a generosità e capacità, come punto di riferimento delle lotte e delle avanguardie valsusine. Insieme ad altri compagni e compagne aprì il centro di documentazione di Condove, sede del collettivo operai e studenti, gruppo che si distinse in Valle come collettivo autonomo radicato nelle lotte sociali. Senza Padroni fu il giornale che i compagni e le compagne producevano.
Roberto Pautasso è descritto come un compagno propositivo e capace di costruire intorno a sé organizzazione. Spinse sempre se stesso e i compagni e le compagne che aveva attorno al lavoro territoriale, al radicamento sociale, e questo significava un impegno totale della propria vita.
Fu arrestato una prima volta per qualche mese nel 1978 insieme ad altri tre compagni, perché sorpreso ad affiggere manifesti che chiedevano la liberazione di alcuni compagni dell’autonomia.
Fu ucciso davanti ad una fabbrica a Rivoli il 14 dicembre del 1979 in uno scontro a fuoco con i Carabinieri. Il Pci e la stampa borghese tentarono di gettare fango su una figura politica ritenuta scomoda dai detentori dell’ordine.
Non è importante sapere cosa avrebbe fatto Berto se quel proiettile non lo avesse fermato, di sicuro sarebbe stato uno di noi, anche oggi, e a 30 anni di distanza, per lui alziamo i nostri pugni e le nostre bandiere al cielo.