All’imbocco della Valsusa da ormai 15 anni una grande scritta capeggia sui fianchi del monte Musinè: TAV=MAFIA.
Queste lettere bianche che svettano all’imbocco della valle sono un segnale forte e chiaro della consapevolezza che il Movimento No Tav porta in sé da sempre.
Le grandi opere sono una fonte di facile profitto troppo prelibata perché la mafia e la politica non pensino di spartirsene abbondanti pezzi. Collusione, infiltrazioni della criminalità organizzata, coinvolgimento di politici corrotti e aziende che portano avanti il progetto senza alcun scrupolo, sono la faccia della stessa medaglia.
Sono passati ormai due mesi dall’inchiesta giudiziaria “Echidna”. Quest’ultima operazione ha fatto emergere il legame tra la ‘ndrangheta, Roberto Fantini (ex manager di Sitalfa, società controllata da Sitaf) e Salvatore Gallo (esponente di primo piano del PD torinese per decenni dirigente Sitaf) in una grande fetta di appalti pubblici, in particolare quelli legati ai lavori sull’autostrada A32 Torino – Bardonecchia.
È importante ricordare che la stessa Sitaf è colei che si occupa (e si occuperà) della costruzione dell’autoporto di San Didero nonché della realizzazione degli svincoli legati al cantiere di Chiomonte e dell’allargamento di quello di Salbertrand. Opere, queste, legate strettamente alla costruzione della linea ad Alta Velocità Torino – Lione.
Di tutti questi aspetti e delle conseguenze che portano in seno parleremo il prossimo martedì insieme a Francesca Frediani e Simone Franchino.
Perché crediamo che sia giunto nuovamente il momento di chiamare le cose con il loro nome e perché non possiamo permettere che le nostre vite e quelle delle generazioni future vengano distrutte da quest’opera inutile ed ecocida e da chi, con lunghi tentacoli, la manovra.