Dopo due anni di pandemia oggi ci ritroviamo immersi nel pieno della guerra in Ucraina, una guerra che, come tutte le altre presenti nel mondo, parla di morte e di devastazione, di terre piegate e stuprate dalle armi. Parliamo oggi di governi colpevoli di queste morti e di politicanti incapaci e corrotti che affossano ulteriormente i lavoratori e le classi sociali fragili che già sono state travolte dalla crisi economica prodotta dalla pandemia. Come Movimento No Tav non abbiamo dubbi nell’affermare che siamo e saremo sempre dalla parte dei lavoratori, di chi oggi si ritrova, senza volerlo in guerra e ne paga le conseguenze.
In questo primo maggio il movimento No Tav ritorna in piazza a Torino insieme a tutte e tutti quelli che sono stanchi e non si riconoscono in queste sigle sindacali confederali che, al posto di tutelare realmente la vita di milioni di lavoratori e lavoratrici, firmano accordi per contratti sempre più alla fame. In questo contesto non solo più precario, ma al limite della catastrofe, constatiamo però che ci sono aree lavorative – se così vogliamo chiamarle – che invece non stanno minimamente risentendo di nessuna crisi, al contrario è proprio sulle crisi economiche che raccolgono nuovi profitti, come le aziende produttrici di armi e come le grandi opere inutili e dannose come il Tav Torino – Lione, per cui il Governo ha già tranquillizzato le aziende appaltatrici garantendo loro un aumento dei prezzi, cosicché non debbano subire alcuna diminuzione del proprio profitto. Quindi, da un lato ci sono milioni di famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, mentre dall’altra ci sono nuovi fondi pubblici destinati a devastare vite e territori.
In Valsusa assistiamo da anni all’avanzamento di alcuni cantieri che, attraverso la deforestazione che ha già abbattuto circa di 5000 alberi, produce un grave e costante danno per l’ambiente. Sappiamo che una sola pianta può adempiere alla necessità di ossigeno di 10 persone e che è in grado di assimilare dai 20 ai 50 Kg di CO2 presenti nell’aria, ci è chiaro che in Valsusa, se l’opera non verrà fermata, per la sola costruzione del tunnel di Chiomonte, potranno essere emesse nell’atmosfera ben 12 mln di tonnellate di CO2. Alle problematiche prodotte dai grandi cantieri e quindi dalle grandi opere, si aggiungono anche le ultime uscite in tema di nucleare utili solo a incrementare l’inquinamento atmosferico e a mettere a serio rischio i territori che si vorrebbero utilizzare per lo smaltimento delle scorie, come ad esempio le discariche che si vorrebbero realizzare a Torrazza Piemonte, nel Chivassese. Quello su cui viviamo è l’unico Pianeta esistente e non possiamo solo più tutelarlo, oggi dobbiamo necessariamente difenderlo con ogni mezzo disponibile per garantire a tutte e tutti un futuro vivibile e in salute per i territori e per chi li abita e li attraversa.
Il Movimento No Tav scenderà dunque in piazza con chi è stanco di rimanere indietro, di non essere ascoltato o peggio di non essere proprio nemmeno visto. È tempo che i diritti di chi lavora, di chi studia e di chi oggi continua a versare contributi anche se in pensione, siano non solo ascoltati, ma anche praticati.
Un’altra volta spetta alle persone farsi avanti e costruire quella doverosa contrapposizione a chi, invece, vuole solo vivere sulle nostre teste, guadagnando sulle nostre vite. Questo Primo Maggio è di chi guarda con coraggio e determinazione a condizioni di vita realmente dignitose e sceglie e lotta per un futuro libero per tutte e tutti.
Per tutte queste ragioni, il primo maggio ci ritroveremo dalle ore 9, in Piazza Vittorio.
Buon Primo Maggio di lotta a tutte e tutti! Avanti No Tav!