L’articolo pubblicato su La Stampa di domenica 7 marzo a firma di Massimo Numa mi da spunto per fare alcune considerazioni visto che il parlamentare Stefano Esposito citando il mio nome fa alcune insinuazioni che definire becere è forse limitativo. Non è tanto mia intenzione rivolgermi ad Esposito per rispondere alle sue “domande”, quanto comunicare il mio modesto pensiero a tutti i partecipanti del movimento no tav e alle persone che ancora conservano un briciolo di coscienza critica per interpretare il mondo che li circonda. Per quanto riguarda Massimo Numa, il suo livello di professionalità giornalistica si commenta da se, basta leggere le sue “perle” delle ultime settimane. Peccato che nessuno in questi anni nessuno lo abbia ancora posto in condizione di non nuocere, ma se va avanti così credo che a quel momento non manchi molto.
Sicuramente la bassezza di articoli come questo è segnale della difficoltà in cui si trovano i propositori del TAV che si trovano di fronte un movimento che si oppone con fierezza e determinazione alle trivelle e che non cede alle continue e pesanti provocazioni di tipo politico, mediatico e poliziesco. Nonostante le difficili condizioni e la sproporzione dei mezzi in campo, una popolazione di migliaia di persone continua a resistere ed opporsi allo scempio del proprio territorio e della propria vita, ed è per questo che gli attacchi che rivolti al movimento si fanno via via più duri e accaniti.
Il tentativo di delegittimare i No Tav descrivendo una presunta deriva violenta , che non esiste, naufraga malamente, e il movimento si presenta forte di una partecipazione popolare matura e non rappresentabile; non esistono né capi né guide da corrompere con promesse di carriera politica o altro. Tutto ciò da fortemente fastidio a chi come Esposito giace da anni nei palazzi del potere. A proposito, perché i giornalisti non indagano sui proventi e privilegi dei politici, perché vogliono indagare sulle modalità di vita di chi si oppone al Tav, perché non denunciano la quotidiana discriminazione che subiscono le classi sociali più povere ed indifese (tipo gli immigrati)? Semplice, perché i mass media spesso sono complici e fautori dell’attuale sistema sociale basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e sulla natura.
Su una cosa sono d’accordo con l’articolo di Numa: il titolo che recita così: “Via i professionisti della violenza”; un indicazione interessante, visto che nella foto sono ritratti gli agenti antisommossa. Ebbene si, in Val di Susa sono in tanti a chiedere e desiderare che se ne vadano i professionisti della violenza, quelli che sono stipendiati per picchiare chi dissente, disposti a massacrare di calci e manganellate manifestanti inermi che ovunque in Italia reclamano libertà e dignità. I celerini e i loro capi vivono una vita con e per la violenza, mercenari di uno stato che è l’istituzione violenta per eccellenza con i suoi carceri, i CIE, strategie della tensione e con la sua costante politica della paura; curioso che nessun politico e giornalista che conta abbia da dire nulla su tutto ciò!
Credo anche che in Val di Susa se ne abbia abbastanza di persone che come Massimo Numa usano la loro posizione di potere per discriminare persone e travisare la realtà, spero che si adottino presto delle misure efficaci per rispondere a dovere a queste provocazioni; da parte mia mi impegnerò al più presto per affrontare il tema della libertà di informazione e del rapporto mass-media/movimenti tramite serate informative o altro; accetto collaborazioni.
Ah dimenticavo, non per dare soddisfazioni ad Esposito, ma per chi non mi conosce sappiate che io abito da 10 anni in una borgata dell’alta valle Susa, nella casa dove nacque mio padre e dove hanno vissuto fino alla morte i miei nonni, sono coltivatore diretto da anni e vivo del reddito che mi fornisce la Terra tramite i suoi prodotti, faccio anche saltuari servizi di giardinaggio e il tempo che dedico (volentieri) alla lotta No Tav lo ritaglio tra il lavoro e le mille faccende della vita di campagna.
L’amore per la Terra e per questa valle mi spinge a difenderla fino in fondo dalle mani avide degli speculatori; invito Esposito questa estate a farsi una giornata di lavoro con me al mio ritmo e con i miei orari, voglio vedere se riesce ad arrivare sano a fine serata! Chi mi ha visto lavorare sa cosa intendo.
Un saluto e un ringraziamento a chi mi sta vicino e condivide con me, nonostante le difficoltà, questi stupende giornate di lotta, ci vedremo ancora sulle strade, nei presidi, sulle barricate…
Luca Abbà Frazione Cels, Exilles – Valsusa 10 marzo 2010