Sono passati alcuni giorni dalla infame operazione che ha colpito il movimento no tav. Era il 26 gennaio, all’alba, praticamente di notte e la magistratura torinese dava il via libera a decine di arresti in tutta italia, svegliando un intero movimento, famiglie, studenti, lavoratori nel peggiore dei modi. Da quel giorno ad oggi non è passato solo del tempo, è trascorsa ancora lotta, partecipazione e prospettiva. Da lì siamo ripartiti, senza mai esserci fermati. Fare oggi il punto del nostro cammino è come sempre difficile, non per il morale certo ma per la complessità della situazione, oggi più che mai diffusa e partecipata sul territorio nazionale. Centinaia sono stati i comunicati di solidarietà che sono giunti in pochissime ore, centinaia tuttora le iniziative in programma e già svolte. Ogni giorno scopriamo di più che questa lotta non è sola, non lo è mai stata e non lo sarà. Una lotta partita dalla val di Susa, per la val di Susa ma che aveva e ha come obiettivo la difesa di un qualcosa di molto più grande, che ha saputo aprire le sue porte a tutti e che ha saputo rendere tutti protagonisti. La medesima operazione di polizia del 26 gennaio ne è la testimonianza, tutta Italia ha partecipato a questo ultimo e grande anno di resistenza, per questa grave colpa vorrebbe essere punita, con arresti nel mucchio, magari tra le persone più generose. Ma non è questo il punto, la partecipazione e la solidarietà non sono una novità per chi almeno una volta ha voluto vedere con i suoi occhi una mobilitazione no tav. Oggi un dato ancora più importante emerge e sta emergendo dalla val di Susa e dal movimento, a Torino e in ogni città italiana. Il movimento non solo non si è fermato ma sta rilanciando l’iniziativa. Questo era il nocciolo della questione, questa la domanda che tutti ci ponevamo in attesa di un’operazione della magistratura con arresti e restrizioni. In questi anni abbiamo imparato ad alzare la testa, a lottare, abbiamo pestato la neve nel 2005 e lo rifacciamo ancora oggi , abbiamo resistito alle manganellate e abbiamo imparato a resistere ai lacrimogeni, abbiamo tagliato reti e costruito barricate. Abbiamo portato a casa decine di feriti e non ci siamo fermati, gli arresti poi, li avevamo conosciuti quest’estate ma non quelli costruiti a tavolino, che arrivano come la sfiga quando meno te lo aspetti. Ora anche questi sono arrivati. Le risposte sono arrivate subito e buonissime, fiaccolate, cortei, presidi, tanta partecipazione, tanta forza e ancora tanto coraggio. Ma quello che ha stupito tutti e non finirà mai di stupirci è la tranquillità e la serenità con la quale questo momento è stato affrontato, da tutti i no tav, dalle famiglie degli arrestati, dagli amici, dal movimento intero. Una equilibrata lucidità ha fatto sì che per neanche un minuto ci si sia fermati, come solo i grandi sanno fare, nei momenti difficili. Ecco che si è quindi deciso da subito, a neanche due ore dagli arresti di mantenere inalterato il programma del movimento, andare avanti, praticare la meta. Abbiamo quindi in programma molte iniziative di solidarietà per le prossime settimane (concerti, assemblee e feste in ogni parte d’Italia) e un grande corteo nazionale per il 25 febbraio, comunità montana della val di Susa e movimento no tav in testa, uniti contro la militarizzazione del territorio, contro questa inuitle e devastante opera. Sarà ancora una volta la possibilità per tutti di dire no tav, di esserlo e di partecipare. Dopo ancora ci attende una primavera non facile con un obiettivo ambizioso, il blocco dell’allargamento delle recinzioni, quindi l’impedimento del reale inizio dei lavori. Il 2011 è stato l’anno della resistenza ma anche delle menzogne, create ad arte facendo credere al mondo o meglio ai finanziatori dell’opera che i lavori erano partiti. Non è così e se l’area occupata oggi dalla polizia a Chiomonte è la metà neanche della reale area di cantiere è solo grazie agli sforzi e ai sacrifici di tutti. Questa è la grande partita che il movimento no tav deve giocare e vincere e in preparazione della quale la magistratura ha programmato questi arresti ad orologeria. Sapremo quindi lottare per liberare i nostri compagni e per difendere la val di Susa. Dopo questi primi giorni possiamo dire nonostante gli imprevisti (neanche troppo imprevisti) di essere in gran forma e con il morale molto alto. Siamo spiacenti, ci volevate tristi ma anche nelle difficoltà abbiamo saputo ridere, ci volevate dividere e invece siamo più uniti che mai, ci volevate isolare in una valle e invece ci siamo moltiplicati in tutta Italia, ci volevate fermare e invece non ci fermerete mai!