Il movimento ribalta l’accusa e rivendica il significato politico dell resistenza sull’autostrada del 6 dicembre 2005, dopo lo sgombero violento dei terreni occupati della Libera Repubblica di Venaus operato dalle forze dell’ordine.
La prima udienza (lunedì10 novembre) furono ascoltati gli agenti della Polzia. Oggi è stata la volta dei 2 imputati, Luca e Giorgio, e altri valsusini intervenuti come testimoni. La prossima udienza si terrà il prosssimo 15 dicembre. Impossibile per la giuria giungere alla sentenza per il 4 dicembre com’era inizialmente previsto .
L’accusa, sostenuta dal pm Ausiello, è quella di aver sottratto una macchina fotografica da un’autovettura della polizia stradale, di aver danneggiato l’auto stessa e di aver ostacolato l’operato degli agenti. Gli imputati rivendicano l’azione di resistenza ma negano il furto dellapparecchio fotografico.
I fatti oggetto di reato si svolsero nella mattinata del 6 dicembre 2005. Come prima risposta alla brutale aggressione della polizia una quarantina di No Tav si recò sull’autostrada nel tratto proprio sopra i terreni sgomberati per bloccare il traffico. Di lì a poco tutta la valle verrà bloccata per due giorni da migliaia di persone inferocite, che l’8 dicembre con determinazione libereranno i prati di Venaus scacciando polizia e carabinieri.
La ricostruzione di quella giornata nelle parole di Giorgio, uno dei due imputati, tesa a valorizzare la determinazione e la resistenza dei valligiani nella costruzione e difesa del blocco autostradale.