Perché accettare una previsione di saturazione della linea di valico per il 2029, significa di fatto incominciare subito a scavare i tunnel
Perché mescolare le giuste necessità di mobilità metropolitana, del trasporto merci locale e transalpino con la linea internazionale è una messa in scena per dividere il fronte del NO
Perché non è possibile ottenere garanzie procedurali e giuridiche reali per le varie “fasi” realizzative
Perché il documento non è frutto di un reale processo democratico non avendo coinvolto ne’ la popolazione ne’ la Conferenza dei Sindaci, la cui rappresentanza al prossimo tavolo politico romano è a rischio di una “selezione” che potrebbe configurarsi una vera “epurazione” .
Perché una nuova linea, comunque la si chiami, non serve e non sarebbe utile a nessuno: una linea che collega Torino a Lione esiste già, utilizzata solo al 30%.
Perché un’opera la cui costruzione richiederebbe decenni, a prescindere da dove essa passi, devasterebbe i territori coinvolti: un enorme cantiere con relativi disagi in termini di polveri, rumori e di impedimenti alle normali attività
Perché siamo contrari alla concentrazione del traffico merci europeo su pochi corridoi ad alta densità di traffico ed alto impatto locale
Perché il passaggio continuo di centinaia di treni previsti, distribuiti sulle 24 ore, renderebbe la valle invivibile rendendo critico il riposo notturno con gravi conseguenze per la salute
Perché è sbagliato accettare il modello secondo cui la necessità di trasporto merci aumenti all’infinito
Perché le montagne della Val Susa contengono uranio e amianto, lo contenevano prima, lo contengono adesso, LO CONTERRANNO ANCHE TRA 20 ANNI!
Perché queste opere considerano la geomorfologia dei territori solo ostacoli in fase di realizzazione, provocando disastri ecologici ad esempio sulle falde e le sorgenti. Ne è un esempio la TAV del Mugello, che ha provocato danni enormi per l’agricoltura ed il rifornimento degli acquedotti cittadini, precedente che dovrebbe far riflettere anche i Torinesi, qualora l’acquedotto di Sangano-Villarbasse fosse interessato dall’opera
Perché l’interramento della linea, anche su brevi tratte, avrebbe effetti catastrofici in caso di alluvione, evento tutt’altro che raro o remoto, l’ultimo il 29 maggio di quest’anno!
Perché avrebbe dei costi di elevatissimi (si parla di 40 mila miliardi di vecchie lire!) che pagherebbero TUTTI i cittadini italiani a scapito di sanità, scuola pubblica, pensioni, servizi sociali
Perché vogliamo lasciare ai nostri figli un ambiente ancora vivibile, un sistema di mobilità sostenibile con costi sostenibili e non un enorme e inutile debito per tutti gli Italiani.
Comitati NO TAV