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1) L’inutilità del progetto
Il flusso ipotizzato per la sua direttrice è una bufala. Basti pensare che il traffico dei due tunnel autostradali già esistenti ( il Frejus e il Monte Bianco) si è ridotto di circa un terzo dalla fine degli anni ’90 (dal 2005 al 2008 il transito delle merci dal traforo autostradale del Frejus è calato del 12%, che equivarrebbe, tra 20 anni, ad avere una ulteriore riduzione del 60%, anche in assenza di qualsiasi intervento). E’ dunque davvero necessario costruire altre, costosissime, infrastrutture?
2) I costi spropositati.
L’economista Marco Ponti ha calcolato che sulla base dei soli preventivi esistenti, la Torino-Lione costerà 1300 euro per ogni famiglia media italiana di quattro persone. E’ previsto un investimento totale di 13,950 miliardi di euro (solo per quanto riguarda il tunnel di base). Soltanto per la manutenzione ordinaria del traforo – come ad esempio il raffreddamento a 32 gradi celsius – costerà non meno di 65 milioni di euro all’anno. Ma non finisce qui. Il presidente della Commissione Trasporti del Parlamento Europeo, Paolo Costa, in una lettera del 2008 a “La Stampa”, ha reso noto che bisognerebbe sborsare altri 26 miliardi (di primo preventivo) per ultimare il varco italiano fino alla frontiera slovena. E tutto questo denaro da dove dovrebbe arrivare? Dai fondi pubblici, ovviamente, fondi che erano destinati – secondo l’articolo 6 del decreto legislativo 112/2008 – alla messa in sicurezza delle scuole, alle opere di recupero ambientale e all’innovazione tecnologica.
3) Nuovi posti di lavoro? Macchè
Bisogna tener presente che le imprese dei grandi cantieri dipendono per tutte le forniture da grandi contratti, ciò vuol dire che ai “locali” sono riservati posti di lavoro esigui e secondari, in quanto le imprese impegnate non licenziano operai ormai già formati per assumerne altri ancora da “ammaestrare”. Un esempio lampante è senza dubbio quello del cantiere del San Gottardo a Bodio in cui su 700 persone solo una ventina erano del Canton Ticino, oppure nel Mugello, dove l’unica derivazione occupazionale era quella di un gruppo di donne che si sono associate per i lavori di pulizia dei vari locali.
4) La collocazione dello smarino
Tenendo presente che 18,4 milioni saranno i metri cubi di volumi totali scavati, il progetto ne presumerebbe un riutilizzo del 47% (ma tale percentuale risulta troppo alta valutando che nei precedenti progetti la porzione di riutilizzo era circa del 27%). Inoltre 4,7 milioni di metri cubi verranno venduti. Dopo però una serie di attente correzioni ci si può rendere conto di come 15 milioni di metri cubi (pari al volume di 6 piramidi di Cheope!) sarebbero da mettere a discarica sul lato italiano, ben il triplo di quanto dichiarato.
5) Effetti collaterali
A causa delle polveri sottili prodotte dai cantieri, si calcola un aumento del 10% nell’incidenza di malattie respiratorie e cardiovascolari (circa 20 morti in più all’anno). Le polveri sottili, infatti, hanno la capacità di favorire la comparsa di patologie come infarti e trombosi, soprattutto in soggetti a rischio come bambini ed anziani. D’altronde, nel 2006, 103 medici della valle di Susa avevano diffuso un appello in cui manifestavano forti timori per la salute della popolazione connessi con l’apertura di grandi cantieri.