Il 16 novembre nel Tribunale di Susa si discuterà la causa civile richiesta da Ltf, la società incaricata della progettazione della Torino-Lione, che comprende un risarcimento danni di 220 mila euro per l’impossibilità di svolgere il carotaggio S68 all’interporto di Susa programmato per il 12 gennaio 2010. L’occasione colta da Ltf è relativa al Presidio di Susa e al blocco che il movimento no tav fece la notte impedendo alle forze dell’ordine di prendere possesso dell’aria.
Lo stratagemma per intimorire il movimento è questa volta quello delle carte bollate, causa civile e richiesta danni ad personam. Cifra esorbitante richiesta a chi quella sera ha comunicato alle forze dell’ordine che avremmo resistito. Alberto Perino, la sindaca di S.Didero Loredana Bellone, e il vice sindaco Giorgio Vair, sono i citati in tribunale in rappresentanza di chi c’era quella notte. Questura e magistratura indicano così esponenti del movimento popolare e amministratori per spargere qua e là un pò di Timore, solo che non funziona. Il movimento è unito e solidale e vige il motto che “chi tocca uno tocca tutti”. Come dice LaStampa nell’articolo pubblicato oggi: “Il ricorso alla causa civile contro i No Tav potrebbe così diventare uno strumento di dissuasione che i soggetti incaricati della progettazione o dell’esecuzione dei lavori, potrebbero utilizzare per contenere la protesta. Non è un caso che il presidente dell’Osservatorio, Mario Virano, pur non essendo parte in causa, segua con estrema attenzione la vicenda.”
Il movimento ribalterà in ogni sede la vicenda, del resto non si è fatto intimidire dalle botte e non si farà intimidire dalla carta bollata.