Tutti d’accordo? Non proprio…
L’assemblea si è aperta con una breve introduzione di Alberto Perino (> ascolta) che ricordava l’urgenza e delicatezza del momento. La parola è quindi passata agli ingegneri Marina Clerico e Claudio Cancelli del Politecnico di Torino (nonché residenti valsusini e militanti NoTav) che hanno de-costruito l’impianto dell’accordo e del progetto tanto sul piano tecnico quanto su quello più schiettamente politico.
Rifondazione Comunista e Indipendenti di Sinistra escono dalla Comunità Montana
Tra i dati salienti della serata la pubblica rottura di Rifondazione Comunista di valle e del raggruppamento degli indipendenti di centro-sinistra che sono fuoriusciti dalla maggioranza della Comunità Montana, ritirandovi i relativi assessori.
Due comunicati che, nelle differenti sfumature di tono ribadivano concetti comuni:
[non] “ci presteremo a svendere le lotte che, anche altrove, grazie all’esempio della nostra lotta, sono nate ed hanno messo in discussione poteri che sembravano invincibili. Altri continuino sulla strada di “progettare la progettazione”; noi proseguiremo nella resistenza aperta”. (Rifondazione Comunista)
“Il tempo, la storia, ripartirà noi tutti nelle caselle della coerenza, della ragione, della dignità, dell’ambiguità, della doppiezza, dell’opportunismo. “A ciascuno il suo”, affermava Sciascia.Pertanto in un contesto economico ed ambientale del Paese, che non è certo migliorato nell’ultimo periodo, si possono solo confermare le ragioni del NO all’Alta Velocità ferroviaria”. (Indipendenti di centro-sinistra)
> Il comunicato di Rifondazione comunista (val Susa)
> Il comunicato degli Indipendenti di centro-sinistra
Gli amici che continuano a marciare con noi
Presente anche alla serata, in rappresentanza dei sindaci dissidenti, anche Loradana Bellone e Rino Marceca per gli amministratori contrari al percorso dell’Osservatorio Tecnico. Loredana ha anche comunicato ai presenti la solidarietà dell’europarlamentare Giulietto Chiesa.
Interviene anche Vittorio Agnoletto, ricordando la funzione-trappola giocata dall’osservatorio per spaccare l’unità movimento-sindaci spiegando come, “vista dall’Europa”, tutta la manovra Virano appariva in tuttla sua evidenza di truffa e raggiro a danno delle ragioni del No Tav.
Né Accordo, né F.a.r.e. né tunnel di base
L’assemblea si è infine chiusa con la lettura pubblica (discusssa e corretta a più riprese dai* presenti) del comunicato pubblico dell’assemblea popolare.
Un buon esempio della distanza che corre tra la democrazia dal basso del movimento e quella secretata nel chiuso delle stanze della Conferenza dei Sindaci.
Il movimento No Tav in assemblea ribadisce dunque la sua ferma opposizione: all’Accordo di Pra-Catinat, al progetto Fare, alla realizzazione di qualunque tunnel di base o nuova infrastruttura in valle. E rilancia con la proposta di una mobilitazione di carattere nazionale No Tav da costruirsi per il prossimo autunno e la preparazione di una fiaccolata serala in contemporanea del prossimo tavolo politico (prevista per fine luglio).
> L’intervento in assemblea di Lele Rizzo (com lotta popolare/askatasuna)