Non erano le elezioni amministrative un obbiettivo del movimento no tav, né tanto meno, come qualcuno vuole palesare, un referendum sul si o il no. A mancare erano le basi per sostenere una o l’altra interpretazione. La realtà è che molti appartenenti del movimento, dove tra parentesi è difficile scindere il cittadino da il notav, hanno provato la corsa elettorale perché, il vivere in prima persona il proprio territorio e il proprio presente, poteva contemplare anche l’impegno elettorale nei comuni. Il discorso sul referendum è ancora più aleatorio perché innanzitutto gli schieramenti sostengono tutti il Tav, ad eccezione di Rifondazione e Comunisti italiani, ma nessuno ha usato l’argomento in campagna elettorale. Nessuno. E’ questo è sintomatico di come la vicenda No Tav sia estremamente radicata nel tessuto sociale valsusino, che va oltre le elezioni e i punti programmatici.
Nell’anomalia dei partiti, che si sono presentati sotto liste civiche mascherate, le uniche liste civiche vere sono state quelle dei cittadini, che ci hanno provato, senza fondi e senza appoggi a dare un senso all’essere sindaci. Ci hanno provato è non è andata benissimo, ma poco importa, il provarci è stato sufficiente.
Bussoleno Che Resiste
La cartina di tornasole dell’opportunità rimane Bussoleno, il paese centrale della Valle, forse il più politico, teatro di battaglie politiche di altri tempi in passato e nel presente, reduce dal governo di un sindaco di Rifondazione che nel tempo ha un po’ perso la verve iniziale, lasciando il fianco scoperto a troppe critiche da chi in campagna elettorale c’era da tempo. La lista civica “Bussoleno Provaci “ha rischiato il colpaccio, anzi ci è praticamente riuscita, a perso per 4 voti 4, rispetto alla lista civica rappresentata dal PD locale. La certificazione della lista consisteva nel candidato sindaco, Luigi Casel, che è da tutti conosciuto come no tav e che fondò insieme a noi il comitato di lotta popolare, da Rifondazione di Bussoleno, vera anomalia nel panorama politico nazionale, che accompagna la lotta alla coerenza che gli è stata persino riconosciuta nelle Europee dove ha incassato una percentuale elevata rispetto alla media nazionale, e da un aggregato sociale, che a Bussoleno rappresenta molti cittadini impegnati in vari ambiti politici e sociali stessi, nella sinistra e nella chiesa sociale.
Quattro voti di differenza non fanno cantar vittoria a nessuno, e rimangono un evento sfortunato in quella che poteva essere una vera minaccia all’assetto amministrativo valsusino.
Confermat anche la sindaca di San Didero, Loredana Bellone, che non ha mai smesso di essere no tav, dalle barricate di Venaus ai tavoli di Montecitorio.
Ora tutti uniti a fare il Tav?
Vedremo, chi canta vittoria oggi sa di farlo solo sui giornali e sa di dover passare da quello scoglio, che si chiama movimento no tav, che non teme né venti elettorali né venti che cambiano, perché con il vento, quello vero ci è nato e cresciuto, e di quella spinta, si alimenta.
comitato di lotta popolare no tav