Forte e diffusa è stata in tutta Italia la protesta solidale con i NO TAV, in particolare con Luca Abbà, il militante valsusino tenuto in coma farmacologico, gravemente ferito con traumi, lesioni interne e ustioni, dopo che, inseguito dai rocciatori della polizia sul traliccio davanti alla Clarea, ne è restato fulminato ed è caduto da metri di altezza sulle rocce.
Il governo e i partiti, collusi nel “partito trasversale degli affari” in odore di mafia, credevano di liquidare l’opposizione NOTAV circoscrivendola alla Valle e militarizzando il territorio, ma ora sono costretti ad accorgersi che devono fronteggiare una forte e diffusa resistenza nazionale: alla notizia dello sgombero della Clarea in tutte le città di Italia lavoratori, studenti, sindacati di base e centri sociali sono scesi in piazza.
E’ una indignazione tanto più accesa se se pensa che a fronte delle misure di macelleria sociale ed economica del governo Monti, invece la militarizzazione del territorio contro il NOTAV costa allo Stato 100.000,00 euro al giorno e più del doppio per ogni manifestazione..
E intanto comincia a prendere corpo e visibilità la protesta popolare nel versante francese, sconfessando Sarkosy e i suoi piani di grandeur, mentre la crisi attanaglia anche la Francia.
Oggi, dopo i blocchi di ieri delle statali e dell’Autostrada, la Valle continua a organizzare la resistenza, mentre Cobas e Cub hanno rinnovato la dichiarazione di sciopero, indetto già il giorno prima contro l’esproprio illegale della Clarea e a sostegno della lotta del popolo della Valle di Susa contro la devastazione ambientale e sociale progettata della Tav e l’occupazione militare della Valle.
Confederazione Cobas
Roma 28.02.12