Oggi sabato 21 settembre il movimento no tav si riprende la prima pagina dei quotidiani nazionali. Non per merito suo nè per colpa di qualcuno, per scelta sì, ma di altri. I fatti sono noti, due detenuti appartenenti al pcpm (le cosiddette “nuove br”) scrivono dal carcere e citano il movimento no tav. Di questa lettera si trova marginalmente traccia sul web ma guarda caso arriva come un lampo sulle scrivanie dei cronisti. Neanche delle nuove br si trova traccia, restano il nome, tanti titoli sui giornali e alcuni detenuti. Nel medesimo giorno il governo conferma l’invio di 200 militari in più presso il cantiere di Chiomonte. Anche di loro non si trova traccia e se anzi proviamo a contare le dichiarazioni di questo tipo e a sommarne i numeri di nuovi uomini spediti sul campo scopriamo che nel cantiere dovrebbero esserne stipati una quantità di militi e poliziotti superiore a quella dei soldati inviati nelle missioni all’estero, migliaia e migliaia di unità. Almeno da quando il ministro Alfano è in carica, pochi mesi, è il terzo invio speciale di centinaia di unità, anche qui tanti titoli e nulla di più. Nel magma dell’informazione questo però basta a farne una notizia, anche da prima pagina. Il mostro, l’evento e qualche editoriale. Il trend è noto a chi segue le cronache, una vera e propria narrazione tossica . Le spiegazioni possono essere molteplici, le cause anche. Chi oggi vuole costruire questo progetto , la nuova linea Torino Lione ad alta velocità ha politicamente esaurito i suoi argomenti, il movimento no tav resiste e continua ad opporsi, superando le reti, i gas, gli arresti e gli attacchi. Non resta come mezzo dunque che la demonizzazione di chi si oppone, usando ogni mezzo, anche il più falso e subdolo per giustificare la costruzione di un cantiere che a quanto ammettono gli stessi costruttori-devastatori costa più in ordine pubblico che in operai e calcestruzzo. Ammettere questo significherebbe ammettere la sconfitta, ecco allora che iniziano e continuano le menzogne. Narrazioni tossiche per lettori intossicati e cronisti mostro-dipendenti. Ancora una volta dunque da pagine indipendenti di informazioni come questa siamo obbligati ad accendere dei dubbi, a costruire domande e a cercare spiegazioni. Servirebbe forse una guida che ci aiuti a liberarci dalla tossicità dell’informazione mainstream ma non è negando o urlando che si risolvono i problemi. Servono narrazioni nuove che sappiano costruire ragionamenti liberi. Servono ancora di più iniziative, dibattiti, lotta, che aiutino il movimento no tav a resistere e a vincere. Serve oggi più che mai l’energia di quanti hanno conosciuto questo problema e oggi si sentono no tav. Ancora una volta serve ripartire e rispondere con la pratica dei gesti quotidiani, una parola detta a chi ancora non è informato, una marcia contro il cantiere, un’assemblea, una semplice bandiera no tav appesa al balcone di casa.