Sabato scorso Marisa, Tiziana, Martina, Desirè ed io siamo state ospiti gradite di un dibattito sulle donne resistenti a Vicenza dove si sta svolgendo il Festival dei NO DAL MOLIN sui beni comuni.
Erano presenti anche le donne dell’Aquila e un’interessante testimonianza di una donna in nero di ritorno dalla Colombia.
Abbiamo potuto parlare della nostra resistenza, della militarizzazione del nostro territorio e delle iniziative messe in campo in questa lunga estate di lotta per contrastare il cantiere/fortino.
La platea numerosa e attentissima ci ha poi rivolto alcune domande soprattutto riguardanti le ritorsioni repressive da parte della magistratura. Questo è un aspetto che probabilmente ha giocato un ruolo dirompente sull’esito della loro lotta: oggi il movimento no dal molin assiste impotente alla costruzione della base americana tanto contestata!
Durante il viaggio di ritorno abbiamo riflettuto insieme su ciò che portavamo a casa come ricchezza collettiva.
Oggi siamo un movimento popolare a cui da tutta Italia e oltre guardano con fiducia e ammirazione: il peso e la responsabilità di questa nostra condizione è stato efficacemente ribadito da Marisa che ha ringraziato per il riconoscimento ma ha anche invitato tutte e tutti a praticare la resistenza ovunque e con ogni forma possibile a quello che è l’attacco ai beni comuni in tutte le sue espressioni. Ciò è la premessa per una solidarietà concreta che non ci vedrà sole/i quando la macchina repressiva si abbatterà su di noi…
Come detto a Vicenza, ci aspetta un autunno duro dove forse molte/i dovranno sacrificare anche le libertà individuali: sappiamo che niente è gratuito e il valore di questa nostra lotta per la difesa della Valsusa e dell’autodeterminazione dei popoli è così forte che ci aiuterà a superare tutte le difficoltà e la violenza di questo regime che impone con le armi il consumo del territorio e lo sviluppo vorace per il profitto di pochi a discapito delle popolazioni.
Facili poi alcuni collegamenti con parti dell’intervento di Lucia, aquilana presente in valsusa alla marcia del trenta luglio: il metodo per contrastare l’organizzazione dal basso dei cittadini sulle scelte che riguardano il proprio territorio è lo stesso e si chiama MILITARIZZAZIONE.
Anche all’Aquila c’è una zona rossa invalicabile senza permessi ”custodita” da tutori dell’ordine in assetto antisommossa.
Simile anche il ruolo svolto dai partiti della sinistra, spesso complici, prima della speculazione abberrante del ‘buon Bertolaso’ e della sua cricca, e oggi, partecipi della concertazione che mira ad escludere la popolazione dalle scelte sulle modalità della ricostruzione.
Un ringraziamento sincero a Irene e Guido che ci hanno accolto nella loro casa come ospiti ‘speciali’.
Un grazie alle donne vicentine del presidio no dal molin che ci hanno invitate e accolte con gioia e amicizia e ci hanno fatto dono di magliette e bandiere.
Un grazie particolare a Bruna, figlia di partigiani che ci ha omaggiato di due toccanti poesie e di graditissimi sacchetti profumati con erbe come segno di amore e di forza della terra madre.
Infine un grazie alle mie compagne di viaggio e di lotta che mi hanno confermato per l’ennesima volta che le donne sanno essere straordinarie e che la nostra presenza attiva nelle lotte fa la differenza!
P.S. Alla sera c’era il concerto dei Modena City Ramblers, molto graditi a Desirè e Martina che hanno raggiunto la prima fila: è stato bello veder sventolare la nostra bella bandiera dal palco!
Ermelinda.