da Spinta dal Bass – Una delle vicende più incredibili e paradossali della Torino-Lione riguarda il suo ingresso/uscita/ritorno nel perimetro della Legge Obiettivo, quella norma voluta dal secondo governo Berlusconi per agevolare la costruzione delle grandi infrastrutture. Dopo la resistenza a Venaus del 2005 (e il conseguente passo indietro del governo) politici, burocrati e tecnici dissero per anni che la Tav in Val Susa, data la peculiarità del contesto, non rientrava in quella legge. Ma non erano solo le loro parole, anche documenti ufficiali attestavano che si doveva operare con la normativa ordinaria, e non con la Legge Obiettivo. Fu il Tavolo Politico presso la Presidenza del Consiglio a prendere questa decisione il 29 giugno 2006, come certificato dalladomanda di finanziamento all’UE del Ministero delle Infrastrutture. Decisione ribadita da unasentenza del Cosiglio di Stato (2007) una delibera del Cipe (2009, cfr. pp. 3-4) un Documento di Programmazione Economica e Finanziaria (2009, cfr. note a pp. 77, 86, 92, 132), la scheda dell’AVCP, l’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici (cfr. p. 3), il Rapporto per la VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici (cfr. p. 35 del file). Contraddicendo tutto ciò la delibera del Cipe del 18 Novembre 2010 che approvava il tunnel geognostico della Maddalena faceva rientrare, in modo decisamente poco chiaro e per nulla trasparente, l’opera all’interno della Legge Obiettivo. Ma c’era un altro documento, a cui siamo particolarmente affezionati, che testimoniava l’uscita del Tav in Val Susa dal perimetro della Legge Obiettivo. Un documento redatto qualche anno fa da Ltf (la società che coordina i lavori preparatori alla Torino Lione) per rispondere alle 100 ragioni contro il Tav scritte a suo tempo dal movimento (ora le ragioni sono 150…). Un documento goffo quello di Ltf, che letto ora è davvero disarmante per l’inconsistenza degli argomenti e le previsioni del tutto sballate che avrebbero dovuto giustificare l’opera.
Al punto 58 di quel documento Ltf scriveva: “Con l’uscita della Torino-Lione dalla Legge Obiettivo, come previsto nell’attuale quadro normativo di riferimento e come indicato all’interno della Conferenza dei Servizi, verrà realizzato uno nuovo Studio di Impatto Ambientale sull’intera opera che sarà consegnato ai Ministeri competenti nella primavera del 2007”. Non c’è spazio per le interpretazioni, la Torino-Lione, anche secondo i promotori di Ltf, non rientra nella Legge Obiettivo.
Ora è successa una cosa curiosa: da qualche mese Ltf ha cancellato quel documento dal suo sito, non lo si trova più, fino al 6 gennaio 2014, come da ricerca con waybackmachine, stava quihttp://www.ltf-sas.com/upload/italien/100ragioni230307web.pdf e poi è stato rimosso. E la cosa è curiosa: impegnarsi a controbattere a 100 argomenti contro il Tav e poi dopo una manciata di anni dover nascondere le controargomentazioni… Ci pare il miglior modo per attestare la debolezza delle ragioni di chi vuole l’opera.
Fortunatamente esistono diversi modi per recuperare il documento di Ltf, eccolo qui: 100 ragioni Ltf
Dentro ci potete leggere la perentoria attestazione dell’uscita della Torino Lione dalla Legge Obiettivo.
Ma non è l’unica affermazione interessante che potete trovarci. In ben 10 punti (2, 4, 28, 30, 32, 35, 38, 41, 57, 100) delle sue 100 ragioni Ltf sostiene che la linea storica sarà satura entro il 2017-2020: “l’enorme volume di studi sullo sviluppo del traffico merci nei prossimi anni concordano nell’indicare che a partire dal 2010 la linea storica avrà problemi di esercizio a causa di elevati livelli di congestione e che tra il 2017 e il 2020 sarà definitivamente satura”. In realtà in questi anni il traffico è continuato a diminuire come risulta chiaro dai dati di Alpinfo, e a fronte delle 8,6Mt trasportate dalla ferrovia in Valle nel 2000 si è passati alle 5,5Mt del 2005 per attestarsi alle 3,4Mt del 2012. La linea non solo è tutt’altro che satura, ma addirittura sottoutilizzata, o meglio utilizzata per meno del 20% delle sue potenzialità.
Un altro argomento “forte” sostenuto da Ltf è l’invasione dei camion, che ricorre in ben 10 ragioni: “Se non si realizzerà la Torino-Lione i valichi stradali del Frejus e del Monte Bianco saranno destinati nel 2022 ad ospitare il passaggio di 3,15 milioni di camion all’anno, con gravi conseguenze dal punto di vista ambientale […] il traffico merci su gomma nel 2022 senza la realizzazione della Torino-Lione crescerà sui valichi del Frejus e del Montebianco di oltre il 100% passando da 24 MT del 2004 a 51 MT del 2022 ”. Anche questa previsione si sta rivelando del tutto sballata. Nel 2012 sommando Frejus e Monte Bianco il traffico merci su gomma è stato di 19 Mt, 32 in meno della previsione Ltf al 2022. Così come è diminuito il numero dei camion, sommando Frejus e Monte Bianco nel 2013 i transiti sono stati di poco superiori a 1 milione e 200 mila (nel 2007, anno di pubblicazione del documento di Ltf, la somma di Frejus e Bianco era di 1 milione e 450 mila camion), anni luce distanti dalla previsione al 2022 di 3 milioni e 150 mila fatta da Ltf.
Se queste sono le controargomentazioni di Ltf capiamo bene il motivo per cui le hanno cancellate. Il problema è che su argomentazioni di questo tipo, con previsioni fantasiose e scenari improbabili, si vorrebbe avviare una spesa di svariati miliardi di euro. Soldi pubblici, quelli che mancano per scuole, sanità e cura del territorio.
Le ragioni del Tav sono così deboli da dover essere nascoste, le ragioni dei No Tav sono ogni giorno più forti. A sarà düra!