C’è un dibattito pubblico aperto sul ruolo dell’informazione in Italia e sappiamo bene come questa abbia un peso importante nell’opinione pubblica. Del resto i dati sulla libertà d’informazione nel nostro Paese non sono molto confortanti visto che ci troviamo al 52° posto della classifica annuale stilata da Reporter senza frontiere.
Su di noi e sulla nostra battaglia ne abbiamo viste di ogni e negli anni abbiamo visto che una parte della stampa sia incline a prendere per buona la versione delle nostre controparti: da Telt (ex LTF) alla questura, dal tribunale a qualche politico. Abbiamo visto tanti di quei copia e incolla sui siti d’informazione e sulla carta stampata da non poterli più raccontare, quando si trattava di processi, manifestazioni e in tutto quello che dovrebbe essere un dibattito franco e veritiero sulle ragioni e l’opposizioni alla Torino Lione.
Abbiamo capito nel tempo come esista un “sistema tav” che attraverso il potere e l’influenza che ne determina, mette tutti i soggetti in riga, creando una sola voce contro di noi.
Abbiamo anche capito come altre volte i giornalisti siano pigri, e non partecipando alle iniziative in maniera diretta, non siano in grado di testimoniare di persona ciò che accade e si affidino ciecamente (e comodamente) alle versioni ritenute ufficiali.
Ci siamo resi conto che questa pigrizia (e anche un pò d’incapacità, duole dirlo) si manifesta con ulteriore forza quando è il momento di parlare in termini tecnici del progetto: troppe carte da leggere, dati da interpretare, versioni da confrontare, siti da tradurre…e così è più facile fare un copia e incolla dai comunicati stampa puntali degli uffici stampa dei fans del Tav (e altre volte invece abbiamo visto giornalisti trasformarsi direttamente in uffici stampa).
Anni addietro avevamo già dimostrato come i grandi gruppi editoriali siano immischiati nelle vicende tav: avevamo scritto questo articolo che invitiamo a leggere ->Perchè “La Repubblica” è SI TAV?
Ora però il sistema tav fa un bel passo avanti e per avere una bella e chiara informazione a favore trova il modo di comprarsela direttamente, come? Due esempi:
Su Limes, apprezzata rivista italiana di Geopolitica, è spuntata una marchetta colossale mascherata da sezione del sito: è nato Il Bollettino Imperiale che si presenta come l’osservatorio di Limes dedicato all’analisi geopolitica della Cina e alle nuove vie della seta. Una sezione il cui “obiettivo è analizzare la geopolitica della Repubblica Popolare, esaminando e approfondendo direttamente le notizie diffuse dai più importanti media in lingua cinese.” Molto interessante, peccato che se visitate la sezione apposita scoprirete subito che tutto nasce “Grazie al sostegno di TELT” e la pagina è un tripudio di banner sul Tav e sulle balle da marketing che ci raccontano da anni, compresa la via della seta, la nuova mossa comunicativa del sistema tav per ricostruire un immaginario comunicativo intorno al tav al fine di dimostrare che, siccome il famoso corridoio 5 è morto da tempo, oggi la linea collegherebbe la Cina con l’Europa passando per la Val Susa.
Telt quindi finanzia, con soldi pubblici (dei cittadini italiani, francesi ed europei), una rivista per fare propaganda su un progetto che va ripresentato al mondo perchè è sempre più chiaro di come sia fallito ancor prima di essere realizzato. Magari il prossimo passo sarà finanziare qualche cantante per fare una cover di Roma-Bangkok trasformandola in Pechino-Lyon?
(Per inciso Limes http://www.limesonline.com/
C’è di più…
Nell’aprile scorso l’Ansa ha realizzato e presentato a Porta Susa con il min. Del Rio un libro sui “primi” 26 anni della Torino-Lione in un libro realizzato in collaborazione (!!!) con Telt, la società incaricata di costruire e gestire l’opera.
Un fatto strano no? Che fa a pugni con la libertà d’informazione visto che la principale agenzia stampa italiana non dovrebbe farsi coinvolgere in maniera così diretta con una delle parti impegnate in un conflitto sociale lungo e radicato nel tempo. Normalmente dovrebbe fare cronaca, inchiesta…essere super partes, e invece no, realizza un libro direttamente con Telt.
Già qui ci sarebbero degli elementi per gridare allo scandalo ma non sono ancora sufficienti perchè abbiamo trovato qualcosa in più. Evidentemente per ridurre le spese e i rischi di inviare veline e comunicati stampa in ritardo, Virano e Telt fanno che comprarsi direttamente le notizie, rinvigorendo con un pò di soldi pubblici (dei cittadini italiani, francesi ed europei) il rapporto con L’Ansa.
Infatti guardate un po’ questo strano “appalto”:
Intanto l’ANAC non ha ancora recepito che LTF si è trasformata in TELT pur mantenendo lo stesso codice fiscale e partita iva, ma dovrebbe vigilare sulla regolarità degli appalti. Siamo a posto!
Poi la scheda ci dice che c’è stato un appalto per un reportage fotografico, che l’appalto è stato realizzato in economia, che l’importo complessivo della gara era di 100.000 euro, che la gara era negoziata ma senza indizione di gara (quindi ad affidamento diretto), che la scadenza per effettuare le offerte era il 4 luglio 2017, che l’importo a base d’asta (che non c’è stata) era di 100.000 euro. Quindi il risultato, come prevedibile è stato:
che la data di aggiudicazione è stata lo stesso giorno 4 luglio 2017, che “l’appalto” è stato aggiudicato per 100.000 euro, che l’ANSA era l’unica concorrente ammessa, che il ribasso è stato dello 0,0% (cioè non c’è stata né gara né ribasso) e che ovviamente l’appalto è stato vinto dall’ANSA.
Ci verranno a dire che sono relazioni normali del mondo del commercio, e noi potremmo anche accettarlo(anche no), ma non ci vengano poi a parlare di libertà e oggettività dell’informazione!