8 150 000 di €. Questo il valore complessivo dell’appalto per la comunicazione di Telt per i prossimi quattro anni (naturalmente rinnovabile). Circa 2 milioni l’anno di denaro pubblico che verranno spesi in propaganda per la grande opera inutile.
Cifre enormi che la dicono lunga sulla difficoltà in cui si trova Telt nella gestione della sua pubblica immagine e di quella del progetto del TAV Torino – Lione. Evidentemente la percezione da anni è che al di là degli scranni parlamentari chiunque si informi attentamente sul progetto inizia a nutrire seri dubbi sulla sua sostenibilità economico – ambientale. Telt ha tentato di correre ai ripari dando una pennelata di verde alla megaopera, sostenendo la scontata, quanto fallace, ipotesi che il treno è green in ogni caso. Brutalmente smentita dalla Corte dei Conti Europea e dal rapporto Crozet questa menzogna la vediamo all’opera in Val Clarea e a San Didero, dove il TAV ha iniziato a produrre il suo portato di devastazione, inquinamento, disboscamento, danni alla salute ed all’economia locale e sperpero di denaro pubblico.
E’ evidente che la strategia comunicativa di Telt in questi anni è stata uno sforzo affannoso senza grandi risultati, proprio perché una popolazione attenta ed informata è stata in grado di smontare una ad una le balle dei promotori dell’opera. Persino le famose madamine in arancione direttamente istruite e finanziate da Virano, Foietta e company, si sono rivelate per quello che erano: una maldestra operazione di marketing a tratti controproducente.
Duque eccoci ad oggi, mentre un’intera porzione di territorio valsusino è occupata militarmente da settimane viene varata una grande operazione di propaganda. Anche a voi viene in mente qualche infausto paragone storico?
Ma andiamo a vedere in dettaglio cosa contiene questo appalto:
Le aziende vincitrici dell’appalto dovrebbero occuparsi di:
“Consulenza strategica — raccomandazioni sul posizionamento della comunicazione e la strategia della società
TELT — supporto per l’elaborazione del piano operativo di comunicazione — progettazione, redazione e
realizzazione di strumenti di valorizzazione — progettazione e realizzazione di contenuti editoriali e grafiche
(documenti esterni/interni, infografica, stampe e contenuti web) — Supporto per la progettazione e la redazione
di contenuti editoriali (articoli, cartelle stampa, comunicati stampa, interviste, reportage, …) — servizi di
monitoraggio e consulenza sulla strategia di comunicazione digitale (web/social network) — sviluppo di prodotti
digitali: applicazioni mobili, newsletter, mappe interattive, oggetti multimediali — sondaggi d’opinione (FRANCIA/
ITALIA) — monitoraggio delle opinioni (F/I) — monitoraggio media (F/I) — relazioni con la stampa (F/I) —
comunicazione di crisi (media training, supporto nelle situazioni di crisi, argomentazioni) — assistenza nella
progettazione e preparazione di eventi — pubbliche relazioni (F/I) — supporto per l’organizzazione di eventi sul
territorio, in FRANCIA e in ITALIA, nell’ambito della comunicazione di cantiere e relativamente alle partnership:
visite dei cantieri, esposizioni, eventi culturali, ecc. (progettazione/realizzazione di strumenti legati a questi
eventi).”
La domanda sorge dunque spontanea, se il TAV Torino – Lione è un’opera così centrale, con un consenso così unanime come la presentano i promotori dell’opera, a che cosa serve tutto questo popò di roba? Il terrore che il castello di carte su cui Telt e i suoi epigoni hanno costruito rendita e carriera crolli è percettibile tra le righe.
Naturalmente ciò che fa disgusto ancora una volta è che a pagare le balle confezionate da Telt saremo tutti noi con i nostri soldi. Quante cose utili si potrebbero fare in questo periodo di crisi pandemica con 8 milioni di € piuttosto che regalarli alla propaganda fallimentare di un’opera inutile ed ecocida? Questo si dovrebbero domandare i decisori pubblici che si affannano ad ogni pié sospinto a sostenere la strategicità del TAV.
Di seguito il pdf dell’appalto: