Questo che segue è il testo con cui è convocata la prima assemblea della 3 giorni di lotta organizzata dal Comitato di Lotta Popolare.
Un primo momento per riflettere insieme sul periodo appena trascorso, incrociando le esperienze di chi è stato impegnato in prima linea sul fronte sanitario, ma anche quelle di chi sulla propria pelle ha vissuto le mancanze di un sistema che non mette al primo posto le persone ma i profitti. Che futuro ci aspetta? Quale futuro vogliamo? Quali sono le priorità su cui andrebbero investite le risorse pubbliche? Il Tav è una di quelle? Speriamo di essere in tanti e discuterne tutti insieme.
Vi aspettiamo venerdì 17/07 a Giaglione ore 20.30 subito dopo l’apericena alla tettoia!
L’industria della sanità contro la salute di tutt* nell’epoca della pandemia
La pandemia globale ci ha costretto a riflettere sul concetto di salute. Su come questo concetto sia legato a fattori sociali, politici, ambientali e climatici e non solamente agli aspetti clinici. Su quanto il concetto stesso di salute sia un campo di battaglia.
Negli ultimi trent’anni abbiamo visto un progressivo disinvestimento nella sanità, una rampante privatizzazione, la messa in discussione della sua universalità. Il Sistema Sanitario Nazionale è stato via via investito da riforme che avevano come missione quella di trasformare la salute in una possibilità di profitto, di business, gli ospedali in aziende e nel complesso la sanità in un’industria. Il concetto di salute è stato sempre di più orientato alla cura del corpo del singolo individuo e non all’indagare e prevenire le cause sociali e ambientali che stanno all’origine della malattia.
Per decenni queste riforme ci sono state vendute come tagli necessari per far quadrare i conti, come potature di rami secchi e infruttuosi. Ma nel frattempo le risorse per le grandi opere inutili e devastanti sono sempre state reperite ed elargite con generosità.
Col passare del tempo i territori periferici come la Val Susa hanno visto un grave peggioramento dei servizi legati alla salute, perché la sanità territoriale non “fa profitto”. Ambulatori chiusi, ospedali territoriali definanziati o privatizzati, medici di base abbandonati a se stessi, servizi atti a curare il disagio sociale, psicologico ed economico ridotti al lumicino.
Tutto ciò è avvenuto nello stesso momento in cui veniva rilanciato dai governi che si sono susseguiti, senza ripensamenti di ogni sorta, il TAV. Grande opera inutile che spargerà nell’aria della valle polveri sottili, amianto, pcb ed altri inquinanti provocando un aumento delle malattie respiratorie e delle sindromi connesse all’aggravamento delle condizioni ambientali.
Arrivata la pandemia la crisi sanitaria ci è esplosa davanti. Gli anni di scorrerie e aziendalizzazione della sanità hanno ridotto le strutture pubbliche allo stremo e l’emergenza è stata completamente scaricata sulla forza di volontà e l’impegno del personale sanitario e sociosanitario. Tante promesse sono state fatte da politici ed istituzioni negli scorsi mesi, ma ben poco sembra essere cambiato, anzi la crisi da Covid pare aver aperto la strada a nuovi campi di privatizzazione e messa a valore della salute.
In valle durante il lockdown molte sono state le iniziative, grandi e piccole, di solidarietà e di denuncia nell’emergenza. Ora si tratta di discutere, di immaginare rivendicazioni e possibili ponti da costruire con chi si pone le nostre stesse domande su come vengono spese le risorse, su come ci si prende cura di un territorio e di chi lo abita, di come si costruisce una società in cui le correlazioni tra inquinamento, disuguaglianze, disagio e malattia vengano prese sul serio e affrontate.
Per iniziare a discutere collettivamente di questi temi abbiamo deciso di ritrovarci il 17 luglio a Giaglione alle ore 20:30.