Ieri è stata effettuata un’operazione ai danni di Emilio, No Tav storico, su cui pende un mandato di arresto internazionale, con tanto di richiesta di estradizione da parte della Francia.
L’accusa si basa sui fatti accaduti lo scorso maggio al confine tra Claviere e il paese d’oltralpe durante una delle tante manifestazioni in solidarietà ai tanti migranti che ogni giorno tentano il passaggio del Monginevro. Un passaggio estenuante e pericoloso, per il quale ogni anno si contano le morti allo sciogliersi delle nevi all’inizio della primavera. Un passaggio obbligato per tutte quelle vite in fuga dalla guerra o da condizioni inaccettabili per la realizzazione di un futuro libero. Centinaia di persone che arrivano in Italia, ma che in questo paese non trovano sostegno e che cercano di raggiungere altri Paesi di quell’Europa che si dice sensibile sulla carta, ma che poi utilizza la forza per respingerle.
Questa Europa in realtà per nulla solidale, è molto attenta invece a chi cerca con ogni mezzo di portare sollievo a chi ha già percorso migliaia di chilometri, siano essi in mare su qualche barcone o direttamente a piedi. L’Interpol che si è scomodata a costruire un tale impianto di accuse e di cattura, per Emilio la cui unica colpa è non essere rimasto indifferente di fronte alle brutali leggi che devastano la vita delle persone e dei territori.
Emilio, un compagno, un fratello generoso e irrinunciabile, nella lotta No Tav come nell’aiuto ai migranti. Una mano forte ed un cuore generoso, sempre a sostegno degli ultimi. E’ stato arrestato ieri mattina, proditoriamente, sulla soglia di casa sua, e portato via senza neppure poter avvisare la famiglia. Paga duramente la nostra comune lotta contro un sistema che devasta ed uccide. Emilio sei tutte e tutti noi: insieme, siamo il vento che si sta levando e spazzerà via ingiustizie, egoismi, viltà.
Ricordiamo l’appuntamento di questa sera alle ore 18 alle Vallette (capolinea del 3) per andare a portare la nostra solidarietà ad Emilio, detenuto da ieri nella Casa Circondariale Lorusso e Cutugno.
Là dove ancora si trova Fabiola, No Tav incarcerata da 9 lunghi mesi, il cui caso è ora all’esame del Tribunale di Sorveglianza senza che ancora siano arrivate risposte certe sulla sua scarcerazione. La vita di Fabiola e dei suoi familiari sono dunque in costante attesa di un sistema lento e ingolfato. Siccome ci aspettiamo di tutto, lo diciamo fin da subito che questa sera alle 18 ci ritroveremo distanti dall’ingresso principale dal quale dovrebbe uscire Fabiola, pertanto non vogliamo ci siano altri giorni di ritardo causati da scuse campate in aria solamente per ostacolare ulteriormente la sua uscita.
Fabiola ed Emilio Liberi subito! Libertà per i/le No Tav!