Come realtà femminili e femministe della Val di Susa, l’8 marzo saremo presenti con un presidio davanti all’ospedale di Susa per far sentire la nostra voce. Non accettiamo di vedere i nostri diritti negati all’interno degli ospedali e dei consultori del nostro territorio.
In questa valle il diritto all’aborto viene negato dall’ospedale di Susa e dalla regione Piemonte, che messi di fronte alle proprie mancanze si sono girati con noncuranza dall’altra parte. Per abortire siamo costrette a rivolgerci a Torino o a Briancon, senza nessun rispetto della già imperfetta legge 194.
I consultori familiari sono pochi e aperti a singhiozzo, con tempi di attesa troppo lunghi per poter garantire un reale servizio.
La regione Piemonte l’anno scorso ha regalato 400.000 € ad associazioni pro-life che continuano ad agire all’interno degli ospedali, ostacolando l’accesso all’ivg delle donne che vi accedono.
Partiamo dell’aborto per rivendicare l’autodeterminazione sui nostri corpi. Vogliamo da qui tessere reti di solidarietà verso ogni sfruttamento.
L’8 marzo non è mai stata una ricorrenza, ma un giorno di lotta: non siamo mimose, ma fiori d’acciaio!
Dalle 10: merenda condivisa con the caldo e torte, coro della ValGina, intervento teatrale al femminile da “L’interezza non è il mio forte”.