Sabato 4 Giugno alle ore 18 presso il presidio permanente della Maddalena Chiomonte
il prof Giuseppe Sergi Ordinario di Storia medievale nella Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Torino interverrà sulla “Via Frangigena” dialogando con il prof Pierluigi Richetto
La Via Francigena, il percorso europeo che partendo da Canterbury portava i pellegrini a Roma, come è noto passava anche dal Piemonte, ed è proprio di questi giorni la presentazione di una Mappa Turistica sul tratto dei percorsi in Valle di Susa.
C’è un aspetto importante che spesso viene sottovalutato quando si parla di TAV e grandi opere: il rischio a cui sono sottoposti i Beni Culturali presenti sul territorio. Anche la Valle di Susa ha “la sua Pompei”, che si chiama Sito Archeologico della Maddalena di Chiomonte, uno dei più antichi siti neolitici dell’area occidentale della Pianura Padana.
Un sito archeologico che rischia di scomparire vuoi per l’uso di cariche esplosive, vuoi per la cantierizzazione dell’area nella realizzazione del Tunnel Geognostico della Maddalena. Il sito venne frequentato anche in epoca romana, poi medievale e qui ci ricolleghiamo al tema principale: secondo voi dove passa la via Francigena? Proprio laddove è in previsione il cantiere per la TAV e quindi, la via Francigena in quel punto verrebbe CANCELLATA.
Difendere la Maddalena vuol dire difendere anche la storia, il turismo culturale ed evitare l’ennesima Pompei.
La Via Francigena della Valle di Susa.
Fin dall’antichità la Valle di Susa è stata una delle aree privilegiate per il collegamento dell’Italia con l’oltralpe, grazie ai colli del Monginevro e del Moncenisio.
Il Medioevo ne ha sancito il ruolo di primo piano anche europeo, in quanto via di transito di mercanti, eserciti, nobili, uomini di Chiesa e pellegrini che dovevano raggiungere Roma, cuore della cristianità, o Santiago de Compostela, secolare meta religiosa.
L’afflusso intenso di genti lungo la Via Francigena produsse una circolazione di idee e un costante scambio di saperi, lingue e religiosità che contribuirono allo sviluppo in valle di una vivacità culturale di impronta europea: sorsero monasteri di notorietà internazionale come l’Abbazia di Novalesa e la Sacra di San Michele, luoghi di culto di dimensione più locale come la Cripta di Celle, cappelle e centri cittadini sedi di mercato o luoghi di transito e di pedaggio obbligati come Susa, Bussoleno, Avigliana e Oulx.
Lungo il percorso nacquero hospitali, xenodochia, locande e alberghi come l’Ospedale di Passo del Moncenisio (fondato tra 814 e 825 d.C.), le locande di Novalesa e Bussoleno o luoghi di assistenza come la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, nota per le cure contro l’ergotismo.
Castelli fortificati, caseforti e palazzi, che contraddistinguono molti paesi valsusini quali Oulx, Chiomonte, Susa, San Giorio, Chianocco, Bruzolo, sono oggi testimonianza del capillare controllo territoriale esercitato inoltre dal potere signorile lungo la valle, legato proprio all’importanza economica e commerciale che l’itinerario assunse nel tempo.
Percorrere oggi la Via Francigena in Valle di Susa significa intraprendere un viaggio alla scoperta di arte, natura e cultura, dove anche la cucina, i prodotti tipici di stagione, le sagre e le fiere di antica tradizione sono tuttora viva espressione di identità del territorio.
È in questo panorama variegato e autentico che il percorso si snoda per oltre 170 km con due storiche varianti, a partire dal Moncenisio e dal Monginevro verso il fondovalle, sino alle porte di Torino: ai molti pellegrini ed escursionisti che attraversano la Via Francigena in Valle di Susa è offerta l’opportunità di riassaporare l’anima di questa terra e di ricostruire, attraverso un turismo dolce che rinfranchi lo spirito, la mente e il corpo, un mosaico culturale unico.