La nuova linea ad alta velocità Torino-Lione (nota come Tav) rientra a pieno titolo all’interno dei corridoi di mobilità militare dell’Unione Europea: è quanto emerge dai progetti e dalle votazioni che Commissione Europea e Parlamento Europeo hanno portato avanti in questi ultimi anni.
Durante questi mesi di pandemia, che ha piegato duramente sia il nostro sistema sanitario sia l’economia del paese, una sola cosa è risultata chiara nelle intenzioni dei vari governi che si sono succeduti: dimostrare di star portando avanti il progetto TAV.
Sfruttando le restrizioni dovute ai picchi pandemici più duri degli ultimi mesi abbiamo infatti assistito all’allargamento del cantiere in Val Clarea, dopo anni di immobilità totale, e l’avvio di un nuovo cantiere a San Didero, dove dovrebbe sorgere un nuovo autoporto dalla “modica” cifra di 50 milioni di euro (di cui 5 milioni solo per la costruzione di sistemi di sorveglianza e recinzioni all’avanguardia). Un’altra porzione di Valle ha conosciuto così l’intensa militarizzazione con cui quest’opera viene imposta sulla popolazione.
Le ragioni di quest’opera sono sicuramente da individuare in clientele di imprenditoria locale e nazionale a cui garantire una quota di fondi statali, in giri di malaffare politico-economico e nel salvare la faccia di uno “Stato” che si è impegnato in un’opera più volte dimostrata in vari sedi inutile, antieconomica e dannosa per l’ambiente. A tutto ciò sembra aggiungersi un’altra motivazione: la sua potenziale strategicità all’interno dei progetti con cui l’Unione Europea sta affrontando la costruzione di una propria forza militare e della propria difesa e proiezione internazionale.
La TAV si intreccia a più livelli all’interno di un sistema politico e istituzionale in cui specifici gruppi di interessi nazionali si confrontano con esigenze strategiche che un soggetto come l’Unione Europea si da, all’interno del suo rafforzamento in ambito interno ed internazionale.
Ne parleremo con relatori e realtà che negli anni si sono spesi nelle analisi e nelle lotte contro le grandi opere inutili e la militarizzazione della società e dei territori:
-Antonio Mazzeo, giornalista e studioso antimilitarista
-Sergio Cararo, giornalista
-Nicoletta Dosio, attivista No Tav
-Movimento No Muos
-A foras
-Cambiare Rotta
-Assemblea antimilitarista