Forse a causa delle pressioni del movimento no tav fatte anche da queste pagine in cui si denunciava il furto e la situazione farsesca che si vive e dà a Chiomonte nel finto cantiere, questa mattina all’alba oltre le reti, in val Clarea, è spuntata una mini trivella della ditta Geomont. Questa trivella piazzata al sicuro nell’area occupata dalle forze dell’ordine sta bucando il terreno per “sondare” lo stesso e determinarne la struttura e la forma.
Dividiamo quindi per punti la situazione e cerchiamo di capire:
la trivella: è una mini trivella delle dimensioni non superiori a quelle di un autoveicolo in grado di forarare a medie profondità e di quelle solitamente usate per i pozzi d’acqua
il luogo di “lavoro”: è all’interno delle reti del fortino nella zona occupata il 24 agosto cioè un terreno di proprietà pubblica dove negli anni 90 fu stipato parte del materiale di risulta delle gallerie auotstradali che attraversano la val Clarea stessa e che si trova al di sotto di un viadotto autostradale
la manodopera impiegata: due operai di una ditta in seria crisi economica (geomont di Bussoleno) sono la forza lavoro impiegata in questa operazione. Centinaia di poliziotti però continuano a sorvegliare le operazioni al modico prezzo di 90000 euro al giorno
lo scopo geologico progettuale: questi sondaggi servono a capire la composizione del terreno dove dovrebbe sorgere il reale cantiere per il tunnel e dovranno essere fatti anche nelle aree ancora da espropriare (baita presidio clarea per intenderci). Peccato che la composizione del terreno sia ben nota ai progettisti e a tutti visto che a dieci metri sorgono i piloni del viadotto autostradale della A32 Torino Bardonacchia che hanno fondazioni di decine di metri e per le quali furono già fatti centinaia di sondaggi geognostici. Inoltre la trivella sta forando una discarica dove fu stipato il materiale estratto dalle gallerie della A32 stessa e la cui composizione è nota.
Spiegato quindi che cosa sta accadendo a Chiomonte vale la pena spendere due parole sul significato politico-tattico dell’operazione. Dall’alba oltre al rumore del piccolo perforatore si è affiancato un assordante rumore di fondo mediatico per cui finalmente i lavori per la Torino Lione si avviano alla famosa fase 2, il tanto sperato foro miniera di denaro pubblico. Tutti pronti quindi caschetto da minatore in testa a gridare ai quattro venti il successo. Capofila in questo caso l’articolista de LaStampa Massimo Numa e il parlamentare pdl Agostino Ghiglia che arriva a dire “l’avvio dei carotaggi premia l’impegno del governo”. Dopo il pressante impegno del movimento no tav in questi mesi di resistenza a svelare e bloccare questo misero teatrino diventava essenziale per i proponenti l’opera giocare una carta mediatica per rafforzare le posizioni e ridare linfa a questo parassitario progetto. Il tutto si colloca in una strategia attendista che vede nella navigazione a vista il miglior parallelo tattico-prospettico della fase in corso. Dal canto suo il movimento no tav saprà dare le giuste risposte a questa avanzata mediatica in modo intelligente e con il giusto impegno in vista di un inverno che si preannuncia lungo e duro per gli occupanti. D’altronde questa è la resistenza popolare, fatta di pressioni e logoramento. Questa l’essenza della resistenza, saper resistere, avere il fiato e il respiro per farlo, guardando alla vittoria come unico obiettivo. In una valle che tutti vorrebbero dimenticare o tenere nascosta il movimento no tav rappresenta l’unica prospettiva per un futuro diverso, tutti credono in questo e tutti lotteranno per la salvezza della loro terra. Chi dall’esterno della val di Susa guarda a questa lotta oggi deve capire e diffondere la situazione che si sta attraversando, spiegare l’inutilità di quest’opera e l’immane furto di denaro pubblico che oggi gli italiani rischiano di subire, spiegare che in questa fase di crisi economica è folle fare scelte di questo tipo e spiegare soprattutto che la resistenza del popolo valsusino è oggi l’unico freno e speranza possibile per bloccare questa casta di ladri. Spieghiamo a tutti che solo attraverso la lotta si può bloccare questo progetto. Ancora una volta FERMARLO E’ POSSIBILE FERMARLO TOCCA A NOI!
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