Sotto una pioggia battente che non dà tregua, il movimento NoTav getta le basi per un nuovo presidio all’entrata dell’autoporto di Susa, uno dei tanti nuovi siti destinati a diventare terreno di sondaggio geognostico, prima passo per la futura realizzazione dell’opera. La risposta del movimento alla voce grossa fatta dal Governo negli ultimi giorni a colpi di dichiarazioni pubbliche e comunicati stampa che non lasciano più dubbi su “volontà di confronto, “dialogo”, “realizzazione col consenso della popolazione” e altre amenità simili…
Un migliaio di persone si sono così ritrovate oggi pomeriggio per dare al popolo NoTav una nuova casa per monitorare e organizzare la resistenza contro la fase-sondaggi. Secondo alcune voci, potrebbe essere questo uno dei primi luoghi in cui la lobby del Tav tenterà la prova di forza.
Nonostante il maltempo, un altro appuntamento partecipato, gioioso e determinato nel ribadire le intenzioni e le scelte senza appello del movimento popolare.
La migliore risposta alle sparate di un Governo che, in ritardo su tutto, si accorge dell’impraticabilità politica del vecchio Osservatorio Tecnico, istituzionalmente morto già da qualche mese, già da sempre misconosciuto dal movimento. Un Osservatorio che si vuole far rinascere in nuove forme, sorta di Direttorio (o Servitorio) d’imposizione dell’opera contro i voleri di tutta una popolazione. Una nuova ‘cabina di regia’ di cui potranno farne parte solo gli amministratori volontari, e solo se favorevoli alla realizzazione dell’opera; per questi ci saranno ‘compensazioni’ e postazioni ascoltate dentro la nuova istituzione.
La risposta del movimento è stata chiara e senza fraintendimenti: un nuovo presidio per monitorare da vicino e impedire i nuovi tentativi di perforazione.
- Il commento di Alberto Perino
- Il commento di Nicoletta Dosio
- Il commento di Lele Rizzo a Radiondadurto
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