Siamo alla probabile vigilia dei sondaggi della Torino Lione. Non è dato sapere quando nella realtà ma sembra che sia ormai questione di giorni. Il battage politico che contraddistingue il lavoro della lobby del Tav, è sempre più fumoso e sembra una barca che naviga a vista, spinta dal verbo del “
qualcosa dobbiamo pur fare“. E così la strategia in campo consiste nel dribblare ogni mossa del movimento No Tav che va a segno. Se da tempo, politici e tecnici, ministri e commissari, lavorano alla rimozione del movimento No Tav, studiano un piano sondaggistico ridicolo formato da possibili trivellazioni lungo le ferrovie, in luoghi privati di ditte fiancheggiatrici, in comuni “amici”, oggi configgono con la rappresentanza amministrativa della Valle di Susa, formata da una nuova comunità montana che ha in seno l’anima No Tav delle liste civiche popolari e il Pd della valle, non ancora convinto dai lustrini del partito nazionale e dai richiami di quello piemontese. Fino a quando il movimento popolare non scenderà in campo concretamente con le iniziative di opposizione ai carotaggi, è il piano amministrativo a tenere banco. Se alla fine dell’anno la Provincia e la Regione, nelle persone di Bresso e Saitta, hanno provato a riscrivere una rappresentanza istituzionale all’interno dell’osservatorio di Mario Virano, non riconoscendo la nuova comunità montana e il suo presidente Sandro Plano, dopo le feste ha fatto un passo in più, rispondendo alla richiesta giunta dalla Valle di modificare la composizione del tavolo in essere, con una nomina unilaterale, cioè da parte loro , dei tecnici accreditati a partecipare all’osservatorio. Hanno confermato così i tecnici che sedevano al tavolo, mai riconosciuto dal movimento, e nominati dalla comunità precedente. Atto mai visto probabilmente che la dice lunga sullo stato di salute della compagine. Questo per rispondere alla comunicazione fatta da Plano che non solo ha chiesto la revoca dei tecnici e il loro abbandono del tavolo, ma a maggioranza, si è fatto carico di presenziare alla prima riunione utile del tavolo, per sancire la volontà del territorio di non proseguire in quel cammino pesantemente inquinato. (
leggi il resoconto della riunione dei sindaci )
I due tecnici hanno risposto diversamente, Tartaglia si è ritirato, Debernardi ha dichiarato di proseguire con il suo ruolo benchè rappresenti a questo punto la Regione e la Provincia.
Così assistiamo ad una partita istituzionale ridicola e disperata che denota come il movimento in tutte le sue componenti abbia inciso profondamente, se addirittura istituzioni democraticamente elette non vengono riconosciute da altre istituzioni (
provincia e regione ndr).
Staremo a vedere, intanto il movimento No Tav continua a presidiare il territorio ininterrottamente, vigilando e facendo sopralluoghi laddove dovrebbero sorgere le trivelle. È più di un mese che i comitati si organizzano, paese per paese, andando a tastare i terreni e opponendosi alla presenza di tecnici che eseguono rilevazioni in maniera truffaldina, ottenendo il loro ritiro alla chetichella ogni qual volta si presentano le bandiere con il treno crociato.
Martedì 5 gennaio, è stata segnalata la presenza di un ingente numero di forze dell’ordine a Susa, all’interporto, uno dei luoghi dei sondaggi, in atteggiamento preparativo si potrebbe sostenere. La notizia è circolata in fretta e la mobilitazione si è data il giorno dopo, alla befana, con un centinaio di No Tav in sopralluogo.
Sabato 9 si doveva tenere un’iniziativa a Bussoleno, dove il popolo No Tav avrebbe marciato sui luoghi indicati dalla fase sondaggistica. L’iniziativa si è spostata a Susa, all’Autoporto, laddove sembra che possano tentare la presenza domenica o lunedì, come indicato dai quotidiani.
Per la sera probabilmente si terrà un’assemblea popolare a Bussoleno alle 21, dove il popolo No Tav si riunirà per dichiarare l’opposizione ai sondaggi.
Domenica 10 poi, salvo altre sorprese della controparte, il movimento si troverà a Sant’Antonino per visitare i luoghi dei sondaggi con la presenza della Befana a bassa velocità, che non arriva il 6 gennaio ma il 10.
Il 13 gennaio invece a Torino si terrà, presso Palazzo Nuovo, un’assemblea No Tav , per coordinare le iniziative torinesi in merito ai sondaggi previsti nella metropoli.
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