Pubblichiamo qui di seguito alcuni interventi su Repubblica, in merito al dibattito sul Tav
Airaudo: La Tav? Non si farà mai
«PERCHÉ nessuno dice, anche se molti lo pensano, che la linea Torino-Lione non si farà mai, almeno così come è stata immaginata?». A lanciare la provocazione, «un sasso in piccionaia» lo definisce,è Giorgio Airaudo, segretario Fiom, e da sempre tra gli oppositori «ragionevoli» dell’ opera. AIRAUDO, da dove nasce questa sua convinzione? «Mi sembra che ci sia una certa esagerazione nella discussione che si fa sulla Tav. E non capisco perché nessuno dica in modo trasparente che le risorse per fare la Torino-Lione come era stata immaginata e imposta alla Val Susa non ci sono più. Se ci sono mai state.
Se già prima era discutibile quel progetto, dopo la crisi come per molte delle grandi opere, non solo non si hanno più i soldi, ma se ne è perso pure il senso. Ho la sensazione che oggi il problema sia spenderei denari che ci sono, per i progetti, i carotaggi». E poi? «E poi credo basta». Le risulta ci sia qualcuno, nelle istituzioni, che lo pensa e non lo dice? «Bisognerebbe che quello che si dice nei corridoi si dicesse anche pubblicamente. Perché così si fa un falso ideologico: si enfatizza un tema per utilizzarlo in una disputa politica, per ridimensionare leadership, costruire o rompere alleanze. Mentre ci sono altri argomenti che vorrei venissero usati come discrimine per il futuro governo del Piemonte». Così però anche il movimento No Tav perde senso, no? «Il movimento fa benea presidiare il territorio. Ha caratteristiche molto diverse dalle forze politiche». Che temi vorrebbe nel programma per il Piemonte dei prossimi anni? «Ad esempio come si esce dalla crisi e quale sarà il futuro dell’ auto. Vorrei si discutesse di come incalzare la Fiat perché l’ auto ibrida e elettrica si facciano quie non negli Usa». Perché Tav e auto elettrica devono essere alternative? «Perché in un periodo di vacche magre bisognerebbe avere il coraggio di chiedere ai cittadini come si debbano spendere in modo intelligente i pochi soldi che abbiamo. Siamo sicuri che per Torino e il Piemonte la Tav oggi sia il tema prioritario?». Cosa lo è? «Avendo costruito nel secolo scorso in questa città un significativo pezzo della mobilità del mondo, cerchiamo di mantenerlo! Abbiamo un interlocutore, Marchionne, un governo da sollecitare, una regione che può mettere risorse». Ripeto, cosa c’ entra la Tav? «È una scelta su come orientare le risorse. In Francia Sarkozy ha investito 7 miliardi per l’ auto, così hanno fatto altri paesi, persino Belgio e Spagna che non hanno industria automobilistica propria. L’ Italia ha fatto nulla: e temo che Fiat, dopo aver preso Chrysler, sfili l’ auto dall’ Italia, lentamente, magari con molti ammortizzatori sociali. Perché gli Usa danno i soldi a Fiat per l’ auto elettrica. Dopo aver parlato per anni a vanvera della fine dell’ industria, abbiamo scoperto in questa crisi che dobbiamo invece difenderla. Però bisogna rinnovarla». Come si trattiene la Fiat in Italia? «Dicendoa Marchionne chei soldi che spende la Francia nell’ auto li possiamo mettere anche qui, se garantisce che il motore elettrico sarà fatto in Italia.E incalzandolo perché anche il privato investa, ovviamente». Siamo tornati all’ alleanza tra operai e industriali per la difesa dell’ auto contro tutto il resto? «La mia alleanza è con i lavoratori: così si difende l’ industria dell’ auto salvaguardando anche l’ impatto ambientale. Saremmo matti se noi, Torino e il Piemonte, non lo facessimo». – MARCO TRABUCCO
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/12/06/airaudo-la-tav-non-si-fara-mai.html
Risposta del sottosegretario ai Trasporti Giachino
Tav indispensabile per lo sviluppo
“Airaudo sbaglia, si farà”
“Proprio chi ha a cuore l´interesse dei lavoratori, come il sindacato, dovrebbe capire che la Torino-Lione e il sistema di logistica ad essa collegato saranno la più grande opportunità per il Piemonte di far crescere la sua economia e creare nuovi posti di lavoro nei prossimi anni”. Mino Giachino, sottosegretario ai Trasporti, risponde così a Giorgio Airaudo, segretario della Fiom torinese, che due giorni fa su queste pagine aveva lanciato la provocazione: «La Tav non si farà mai, costa troppo, sarebbe meglio destinare quei soldi per fare qui l´auto elettrica».Giachino cosa non le piace del ragionamento di Airaudo?
«Tutte le opinioni sono comprensibili, anche quelle di chi è contrario alla Torino-Lione. Ciò che è meno comprensibile sono i preconcetti».
Airaudo parla di prospettive per il Piemonte e sostiene che sarebbe meglio spendere i miliardi necessari per la Tav in altri settori. Lei non è d´accordo?
«Il Corridoio 5, quello di cui fa parte la Torino-Lione, collegherà tra loro paesi che producono il 40 per cento del Pil europeo. Il fatto che queste merci possano passare nella pianura piemontese credo sia un interesse strategico per l´Italia e per la nostra regione. Per questo, con tutta l´attenzione che ho per la posizione di Airaudo e del sindacato, mi stupisce che nel suo ragionamento non tenga conto di come sta andando negli ultimi anni l´economia piemontese».
E come sta andando?
«Negli ultimi otto anni il Piemonte è cresciuto a un ritmo del 50 per cento inferiore a quello nazionale. Questo in un´Italia che è cresciuta meno di altri paesi europei. Il fatto è più grave se si considera che tra il 2006 e il 2008 la Fiat si era già rilanciata, il tessile si era ristrutturato. Al punto che è cresciuta negli ultimi anni la capacità di esportazione».
Perché ciò nonostante il Pil piemontese è cresciuto meno della media nazionale?
«Perché la delocalizzazione produttiva verso est ha ridotto l´apporto che tradizionalmente il manifatturiero ha sempre dato al Piemonte. Quindi è evidente che se si vuole tornare a crescere di più c´è bisogno di un motore supplementare. Questa spinta arriverà dai servizi di logistica e dallo smistamento delle merci che potranno passare nella pianura piemontese con la realizzazione da un lato del Terzo valico ferroviario, i cui lavori verranno inaugurati attorno a Natale, e dall´altro del Corridoio 5 che a Novara incrocerà proprio la Genova-Rotterdam».
Questi sono grandi scenari, ma non pensa che oggi la priorità immediata sia difendere i posti di lavoro?
«Crescere di più è la risposta migliore che possiamo dare ai giovani in cerca di lavoro e chi ha oggi è ai margini del sistema produttivo. E la Torino Lione è la chiave di questo ragionamento perché se non si fa, il contemporaneo completamento del raddoppio della linea ferroviaria tra Genova e Ventimiglia potrà consentire alle merci da e per la Francia e la Spagna di passare da lì. E a quelle che arrivano dall´Est di scendere da Milano verso Genova. Un´ipotesi che escluderebbe Torino, l´Astigiano, il Vercellese e il Cuneese dal futuro».
Airaudo però sostiene che i soldi per fare la Tav non ci sono. Lei ha notizie diverse?
«Se l´Europa accoglie la proposta dell´Italia di escludere dai parametri di Maastricht gli investimenti in infrastrutture che servono per farci crescere di più, allora le risorse si possono trovare. E in ogni caso quello che non dice Airaudo è che se noi oggi abbiamo meno risorse e perché essendo cresciuti meno degli altri negli ultimi quindici anni abbiamo perso tra i 120 e 150 miliardi di euro di Pil ad esempio rispetto alla Francia. Se non facciamo infrastrutture ci condanniamo a crescere sempre meno».
I 300 milioni che il governo ha garantito per il nodo di Torino e il piano strategico della Val Susa ci sono?
«Certo, il governo mantiene tutti gli impegni proprio perché sa che questa è un´opera così importante».
La Torino-Lione quindi per lei e per il governo è più importante del settore automotive, a differenza di ciò che sostiene Airaudo?
«La linea del governo è difendere l´automotive e il sistema produttivo in genere con gli incentivi, con la cassa che serve a tenere collegata la mano d´opera alle aziende, con i fondi di garanzia in particolare per le Pmi, con i fondi per ricerca e innovazione. Ma i piemontesi devono essere consapevoli che questo non basta: con l´attuale sistema economico la loro regione continuerà a crescere meno delle altre. Solo le infrastrutture possono dare una spinta ulteriore al nostro Pil: la realizzazione del Terzo valico e l´incrocio a Novara con il Corridoio 5 creeranno 135 mila posti tra Liguria e Piemonte. E nella logistica non lavorano solo fattorini e autisti, ma ingegneri, informatici e così via»