post — 6 Settembre 2024 at 11:33

Non chiamatele emergenze!

Nelle ultime ore la Valsusa, come altre vallate alpine, è stata scenario di diverse frane, esondazioni e crolli di infrastrutture causate dalle abbondanti piogge.
Sono oltre cinquanta gli interventi dei vigili del fuoco legati al maltempo in provincia di Savona e Torino a partire dalle ore 4 della mattina giovedì 5 settembre.

L’allerta arancione diramata da Arpa per le vallate del Torinese è confermata dalla quantità di acqua scesa tra mercoledì notte e giovedì mattina. Picchi di 138 millimetri di acqua a Giaglione, in alta val di Susa, scesa in 24 ore.

I primi danni ingenti si sono verificati in località Combe nel comune di Mattie dove è straripato il torrente Gerardo che ha causato il crollo di due ponti. Ci sarebbero 22 persone isolate. Nella vicina frazione Giordani, che non è isolata perché raggiungibile da un terzo ponte, è invece stata disposta la chiusura della Strada Provinciale Sp 207 in direzione Bussoleno. La borgata Santa Petronilla di Bussoleno è rimasta isolata per caduta di materiale sulla strada di accesso. Le squadre di soccorso di Bardonecchia sono state, invece, impegnate nell’evacuazione di un gruppo di ospiti del rifugio Scarfiotti, isolati da una frana.

L’assessore regionale alla Protezione civile Marco Gabusi, ha assicurato dal canto suo, che, tutti i volontari erano presenti in loco per gestire l’emergenza in atto, in accordo con le amministrazioni locali.
Vorremmo sapere cosa ne pensa l’assessore del detto “prevenire è meglio che curare”.

Regione e Provincia, anziché stare dietro a grandi opere inutili e dannose come l’alta velocità Torino-Lione e prestare il fianco a chi, come Telt, ha come unico obiettivo la devastazione e il profitto, dovrebbero forse iniziare a pensare seriamente a prendersi cura dei propri cittadini e del proprio territorio con piccole opere utili.
Non dimentichiamo, infatti, che la giunta regionale piemontese nel 2023 ha bandito 5milioni di euro per i lavori di dissesto in ambito montano, collinare e lungo le sponde dei fiumi per “promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici.”
Se 5milioni di euro per la messa in sicurezza dei territori su tutta la regione Piemonte possono sembrare un buon investimento, ci teniamo a precisare che solo per la galleria di servizio della Torino-Lione a Chiomonte ne spenderemmo 40milioni.

La transizione ecologica, lo diciamo dal momento in cui è saltata fuori dal cilindro, quotidianamente propinata dai governi, non può e non deve essere l’unica risposta possibile al punto di non ritorno verso il quale questo sistema in cui viviamo ci sta trascinando.
Se la politica italiana avesse davvero a cuore l’ambiente, non varrebbe la pena investire gli stessi soldi stanziati per il Tav in azioni che porterebbero ben maggiori benefici ambientali?

Se non si trattasse solo di un’enorme azione di marketing, non si ricatterebbero i piccoli comuni italiani con le compensazioni a suon di devastazione e carote.
La cementificazione, l’inquinamento, il surriscaldamento globale così come la desertificazione dei territori sono alle porte e continuare a trattare i fenomeni climatici in continuo mutamento “maltempo” non basterá a mettere le pezze.
Oggi, è quanto mai urgente e necessaria una soluzione che venga dal basso, che parli alle persone, ai loro bisogni e che possa essere incisiva nella salvaguardia dell’ambiente che ci circonda abbattendo lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sull’ambiente.