Durante la mattina di ieri il governo francese ha mobilitato un importante numero di forze dell’ordine insieme alla SDAT (Sotto Direzione Anti Terrorismo) per operare una serie di perquisizioni in tutta la Francia.
Le persone perquisite sono state accusate di distruzione in banda organizzata e per associazione a delinquere e si trovano ora in stato di fermo, dove possono rimanere fino a 96 ore.
Ancora una volta delle accuse pesantissime sono rivolte al movimento che in Francia sta sostenendo diverse lotte territoriali in nome della difesa dell’ambiente e delle persone che lo abitano. Queste ultime operazioni poliziesche si iscrivono nell’escalation di repressione che il governo di Macron intende portare avanti contro i movimenti sociali ed ecologisti, con un’accelerazione sempre maggiore negli ultimi mesi.
Le accuse di ieri si legano a un’azione di disobbedienza avvenuta il 10 dicembre 2022 contro la fabbrica di cemento di Lafarge di Bouc-Bel-Air. Lafarge è una delle imprese più impattanti al mondo e l’azione di “disarmo” si inserisce nella volontà collettiva di Soulèvements de la Terre di inceppare tutte quelle mega imprese che contribuiscono all’impalcatura di un sistema nocivo fino al midollo. Si tratta infatti, di un’enorme industria di cemento, tra le più inquinanti al mondo, ma non solo: Lafarge-Holcim ha finanziato Daesh in Siria e per questo è stata condannata dai tribunali statunitensi per finanziamento del terrorismo nell’ottobre 2022. Proprio Lafarge, poi, si trova tra le tante aziende alla base della costruzione vorace del nostro caro (in tutti i sensi) TAV.
Vogliamo dunque esprimere la nostra solidarietà ai compagni e alle compagne d’oltralpe che con le loro azioni stanno lottando dalla nostra stessa parte. La repressione che subiscono oggi in Francia è la stessa che ha cercato di rallentare il movimento notav da anni ormai. Sappiamo bene che l’associazione a delinquere di cui questure e procure tacciano chi fa parte di movimenti sociali oggi, chi lotta per porre fine a tutte quelle industrie, opere, aziende che contribuiscono alla distruzione dei nostri territori è il metodo per silenziare e perimetrare le lotte. Lo abbiamo detto,ci associamo sì, ma per resistere.
Una ragione in più per partecipare alla mobilitazione popolare e internazionale prevista per il 17 e il 18 giugno in Val Maurienne contre il tav. Ribadire le nostre ragioni contro questa opera inutile e dannosa significa unire i movimenti al di là delle montagne e sentirsi vicini nella conquista della libertà per tutti e tutte.