Molto partecipata anche dai caselettesi la serata informativa di ieri sera che ha visto come protagonista, ancora una volta, la nuova cava di Caselette.
I relatori Luca Giunti e Alberto Poggio, della commissione tecnica Unione Montana, hanno illustrato il problema partendo dal caso specifico di Caselette, come opera propedeutica al TAV Torino-Lione, per arrivare allo stato dell’arte riferito alla Grande Opera nell’insieme.
Le autorizzazioni riguardanti questa nuova cava di Cascina Grangetta e precedentemente quella di Cascina Baldon, entrambe sul territorio di Caselette, hanno subito un lungo iter che evidenzia le responsabilità di quanto ora è sotto gli occhi di tutti: da un lato agricoltori disposti a cedere i propri terreni, inverosimilmente
non più produttivi, a cavatori in cambio di possibili lauti e facili guadagni, dall’altro amministrazioni comunali che senza troppi scrupoli approvano a maggioranza tutto ciò avallando la tesi degli agricoltori.
Ciò che sta succedendo a Caselette è solo un assaggio di quanto si prospetta in tutta la valle destinata a diventare un unico cantiere dove i lavori di movimentazione terra prolifereranno e continueranno ad essere i protagonisti per anni senza vedere realizzata l’opera vera e propria.
Il piano di controlli aggiuntivi sul materiale destinato alla cava, messo recentemente in campo dall’amministrazione comunale, non ci convince perché palesemente inefficace e il ventilato dirottamento del materiale proveniente da San Didero verso un altro sito di deposito non sposta il problema dell’attacco al nostro territorio ai danni della nostra salute: la cava deve essere fermata e il sito, per quanto materialmente possibile, deve essere ripristinato al suo stato iniziale prima che sia troppo tardi!
La bassa val di Susa è sotto attacco ambientale su più fronti e da più progetti, non solo dal TAV: il progetto di laminazione della Dora Riparia e quello relativo ad una nuova viabilità, che dovrebbero essere realizzati ai danni dell’unico tratto ancora vergine della nostra martoriata valle, stanno incalzando. E chi ci assicura che per realizzarle non verranno utilizzate terre e rocce da scavo del TAV?
Ci vediamo domani alle ore 15 direttamente alla nuova cava di Caselette per vedere l’avanzamento dei lavori e parlarne ancora una volta insieme.
I No Tav non staranno a guardare e continueranno a mobilitarsi!